Dal reddito di cittadinanza al lavoro di cittadinanza – dall’etica dell’emancipazione all’etica dell’impegno
Dall’etica dell’emancipazione all’etica dell’impegno
L’art. 1 c. 1 Cost. recita:
“l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro”.
L’art. 4, in materia di lavoro, è una vera eccellenza:
“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”
A fronte di tanta chiarezza sorge, d’istinto, un interrogativo: imboccando quale piano inclinato siamo potuti “scivolare” da un livello tanto alto alla mediocrità del reddito di cittadinanza? Continua
Etica del lavoro o dell’autorealizzazione?
Una delle questioni più urgenti che occorre affrontare per il rilancio dell’occupazione a seguito della crisi generata dal blocco di una parte rilevante dell’economia, consiste nel superamento delle problematiche di disallineamento tra domanda ed offerta di lavoro, con speciale attenzione ai giovani. Le statistiche ci dicono infatti che – alContinua
Oltre Keynes per una “crescita” felice
Confronto sulla “next generation EU” Da dove nascono le difficoltà del fronte progressista di concepire politiche economiche orientate, oltre che alla sostenibilità, anche allo sviluppo. La Frontiera delle Possibilità Produttive è un concetto molto astratto. Qualcuno potrebbe sostenere che sia sin troppo lontano dalla realtà. Tuttavia, senza disporre di mappeContinua
Debito buono e debito cattivo: per una politica più responsabile e cittadini più consapevoli e solidali
Si chiama “doppio bilancio”. E’ una teoria della finanza pubblica tra le più avanzate. Sostiene che lo Stato possa fare debito, ma solo per investire. Debito che si ripaga tramite la crescita che procura. L’altra parte della spesa pubblica, i consumi, dovrebbero essere invece sostenuti dalle entrate correnti. Principalmente tributi.Continua
Sarà durissima, ma davvero ce la possiamo fare?
Al cuore della crisi politica in corso, al di là dei tatticismi e protagonismi, c’è la direzione da imprimere all’economia mediante i fondi della Next Generation Italy, un argomento di rilevanza epocale che si può paragonare per ampiezza degli investimenti solo al piano Marshall, ma allora a guidarlo c’erano gli americani mentre oggi questo ruolo spetta a noi italiani.Continua
Scuole aperte a giugno? Se dev’essere, che sia a libri chiusi e menti aperte
Si sta discutendo molto in questi giorni se prolungare fino a fine giugno l’anno scolastico, con molte discussioni e parecchie perplessità. Ma potrebbe davvero essere vantaggioso restare di più a scuola per i ragazzi? Solo chiudendo i libri e i registri e aprendo di più la mente. La scuola com’èContinua
Gli incontri di PensarBene – IL LAVORO BUONO PER LA NEXT GENERATION // Sarà durissima, ma davvero ce la possiamo fare?
Incontro del 7 aprile 2021 con Emmanuele Massagli. Nell’inviarvi il collegamento al video dell’incontro, vi segnaliamo i passaggi fondamentali di quanto ci ha comunicato il prof. Emmanuele Massagli. Il tema di fondo è l’importanza del lavoro come mezzo per l’educazione integrale del giovane in ogni ordine degli studi, compresi iContinua
Per il sì alle scuole aperte, c’è più di una ragione.
Dal punto di vista neuroscientifico, è stato constatato che il cervello, quando si trova in uno stato di tranquillità, o è impegnato in attività piacevoli, magari in interazione costruttiva con gli altri, è più produttivo.Continua
Un giudizio speciale per una didattica fuori dagli schemi
Leggendo numerosi articoli a riguardo (tra cui “Le scuole aperte per tutta l’estate. Ma le lezioni finiranno a giugno” del 04/03/21 su «La Repubblica»), concordo sul fatto che quest’estate le scuole andrebbero tenute aperte. Dobbiamo però considerare alcune questioni insormontabili: Gli studenti e gli insegnanti avranno voglia di andare avanti,Continua
Lasciamo alle scuole la scelta della strategia
Il governo Draghi è riuscito a suscitare in una vasta parte della popolazione aspettative di rinnovamento e concretezza. Sarebbe pertanto buona cosa che il nuovo Ministro dell’Istruzione iniziasse il suo mandato con il passo giusto: quello dell’autonomia. Il Miur dovrebbe fissare i principi generali ed i traguardi finali dell’azione delleContinua