di Bruno Perazzolo

Con questo articolo, volutamente provocatorio considerata la gravità dei fatti trattati, non intendo fare “affermazioni definitive”. Al contrario, vista la complessità del tema, il mio più grande auspicio è che la critica possa migliorarne e approfondirne i contenuti.
L’approccio è inusuale: parto dai fatti drammatici di questi ultimi giorni, per sviluppare una riflessione sull’etica del lavoro.
Continua

Il posto della religione è nell’anima non nella canna del fucile!

di Bruno Perazzolo

Nel film “Momenti di gloria” (1981, bellissimo, disponibile, a noleggio, su varie piattaforme: YouTube, Google Play, Apple TV) Eric Liddell rinuncia, malgrado le forti pressioni del suo staff, a gareggiare alle olimpiadi perché, per accedere alla finale, dovrebbe correre di domenica: il giorno del Signore. Alla fine, correrà e vincerà l’oro olimpico per l’Inghilterra grazie all’intervento di un amico della squadra che si offrirà di scambiare la propria corsa, che avrà luogo in giorno feriale, con quella, festiva, di Eric. Leila, invece, è una campionessa di Judo determinata, malgrado gli enormi sacrifici che questo le comporta, a divenire la prima nella sua specialità. Dalla suprema autorità religiosa dell’Iran, però, proprio mentre Leila dimostra la sua forza battendo una dopo l’altra le avversarie ai campionati del mondo, arriva l’”ordine di scuderia”, oscuramente motivato, di ritirarsi fingendo un infortunio. Leila non si piegherà alla “ragione di Stato”, e pagherà, per il suo supposto “egoismo”, un prezzo altissimo

Continua

di Bruno Perazzolo

Tentativo di un ulteriore approfondimento a partire dalle osservazioni critiche di Clelia Dal Lago e di Sara Parola all’articolo “il capitalismo quasi non esiste!

Mi pare che le osservazioni critiche di Sara e Clelia dipendano dal fatto che, nel mio articolo “il capitalismo quasi non esiste!”, dal tentativo di distinguere i concetti di scambio e di dono e di valore di mercato e valori sociali, sia derivata l’idea che, nella realtà, queste dimensioni si escludano vicendevolmente, ovvero che, in concreto, non possano convivere. Da qui l’approfondimento che propongo.

Il primo luogo la questione dello scambio. Sono d’accordo sul fatto che lo scambio, salvo, forse, nelle forme più primitive e isolate di società, è sempre esistito e, probabilmente, continuerà ad esistere. Non è però l’unico modo – e, in molti casi, per esempio nelle società tradizionali, non è neppure il modo più importante – nel quale si crea valore. Soprattutto ne esiste un altro, IL DONO, che è tipico di quella forma particolare di relazione umana che chiamiamo Comunità ………………

Altro argomento: quello dei “lavori senza senso”, che concorrono a gonfiare il PIL senza creare alcuna, vera, ricchezza.

Continua

di Bruno Perazzolo

In Italia, e non solo, la diffusione dell’autolesionismo tra gli adolescenti è impressionante: tra il 17 e il 41 %. Il fenomeno è poi spesso accompagnato dal consumo di droghe e alcool la cui estensione è, probabilmente, anche maggiore. L’articolo di Silvia Grigolin, “i neonati piangono”, ne evidenzia alcuni fattori fondamentali ai quali, credo, sia possibile aggiungerne altri due o tre non meno rilevanti. In premessa, mi sembra importante l’affermazione che il filosofo Galimberti fa all’inizio del video “il disagio giovanile nell’età del narcisismo”: il problema non è psicologico, ma culturale, intendendo, con ciò, che all’origine del fenomeno sta la nostra cultura e solo dopo viene la psicologia.

Continua

di Dario Nicoli

Facciamo immensa fatica, noi “anime flebili”, a dare un nome appropriato alla mattanza perpetrata nei tre giorni di assalto del territorio di Israele da parte delle “forze d’élite” di Hamas, perché non riusciamo neppure ad immaginare un’esplosione di una volontà di procurare il male così assoluta e così crudelmente disumana.

Preferiamo rifugiarci in categorie mentali come “questione mediorientale” o altre simili; preferiamo consolarci con il gioco delle colpe da entrambe le parti.Continua

di Bruno Perazzolo

La critica lo ha piuttosto snobbato, il pubblico gli ha dato pieni voti anche se non si tratta, almeno sino ad oggi, del “grande pubblico”, bensì, presumo, di un pubblico piuttosto attento e affatto “conservatore”. Per molti versi il film – opera prima scritta e diretta da Alessandro Marzullo, realizzata con scarsissimi mezzi nel circuito del cinema indipendente – richiama i racconti dei fratelli Dardenne: “In fondo al tunnel delle tragedie e/o miserie umane, quasi fosse un miracolo, alla fine una luce si accende sempre”. L’opera di Marzullo però va più nel dettaglio offrendo, intenzionalmente, uno spaccato particolare della generazione Y andando a pescare i protagonisti da contesti urbani periferici.
Continua

di Bruno Perazzolo

Francesco Bacone (1561 – 1626) pensava che scienza e tecnica avrebbero dato all’uomo quel dominio sulla natura che una certa interpretazione della Genesi 1,26-28 aveva promesso senza che la corrispondente versione della religione ebraico – cristiana ci fosse mai riuscita per davvero. Malgrado le molteplici evidenze contrarie, questa filosofia resta a tutt’oggi ampiamente dominante. Soprattutto in occidente, l’élite borghese ha fatto delle promesse messianiche della tecnologia il proprio credo fondato sulla desacralizzazione del mondo e, pertanto, sulla sua riduzione a semplice risorsa. Un’ideologia, questa della classe dominante, difficilmente scalzabile poiché si alimenta dell’accumulazione di ricchezza e di potere che consente di fronteggiare i crescenti problemi che questa visione genera attraverso un’innovazione sempre più veloce, “profondamente sconvolgente” e apparentemente, almeno nell’immediato, risolutiva.
Discorso diverso vale per le classi subalterne …..

Continua

di Dario Nicoli

Diversi segnali contraddittori emergono dal mondo delle tecnologie. Mentre sta montando il fenomeno delle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale (AI) come ChatGPT basato sulla possibilità di conversare con un utente umano, continua la grande crisi che si sta abbattendo sulle aziende tech e social media ……
Siamo di fronte ad un esempio del carattere distruttivo dell’innovazione tecnologica: cicli brevi di crescite spettacolari e altrettanto sorprendenti cadute sono causati dall’intreccio di fattori culturali, finanziari, politici ed emotivi ……….
Sullo sfondo delle turbolenze che interessano il mondo delle tecnologie si pone la questione fondamentale connessa dello sviluppo della società moderna, ovvero in quale direzione si indirizza l’enorme potere concentrato nelle mani dei leader di poche aziende e dei governi che le possono controllare.
Il famoso linguista Noam Chomsky sul New York Times dell’8 marzo svela quelle che chiama le “false promesse di ChatGPT” centrate sulla possibilità di facilitare o addirittura sostituire il pensiero umano. La sua critica si focalizza sulla questione della verità: l’AI funziona secondo un punto di vista molto accurato per ciò che concerne i nessi funzionali tra le informazioni (uguale/diverso, prima/dopo…) e le strutture del linguaggio, ma risulta assolutamente imprecisa e tendente ad “eseguire gli ordini” quando sono in gioco questioni etiche come vero/falso, buono/cattivo, giusto/ingiusto, opportuno/inopportuno…Continua

di Bruno Perazzolo

Se esiste un punto di contatto tra scienza e religione, questo deve essere proprio la cosmologia: “la religione per atei intelligenti”. …
E’, questa, una possibile chiave di lettura di un film pluripremiato che ben rappresenta l’opera del grande fisico, matematico e cosmologo Stephen Hawking. Un’incredibile storia la sua, interpretata superlativamente da due attori straordinari: Eddie Redmayne e Felicity Jones. Giovane promessa della fisica contemporanea mondiale, Stephen Hawking sembra dover prematuramente soccombere a causa di una malattia progressiva e incurabile. Però, malgrado la sentenza inappellabile dei medici, non sarà così.Continua

di Bruno Perazzolo

La recensione di questo film è stata motivata, oltre che dagli attuali eventi drammatici, dall’articolo di Dario Nicoli “Il Travaglio dell’occidente e le donne iraniane”.

Il film, del regista iraniano pluripremiato Jafar Panahi – attualmente in carcere con una condanna di 6 anni per essere venuto meno alla sentenza del 2010 che gli intimava di non girare più film, di non trasferirsi all’estero e di non intrattenere rapporti con i media – è una pellicola intensa la cui complessità può forse tenere lontano il grande pubblico malgrado gli elogi, pressochè unanimi, della critica (il film è stato premiato al festival di Venezia).Continua