di Bruno Perazzolo

In Italia, e non solo, la diffusione dell’autolesionismo tra gli adolescenti è impressionante: tra il 17 e il 41 %. Il fenomeno è poi spesso accompagnato dal consumo di droghe e alcool la cui estensione è, probabilmente, anche maggiore. L’articolo di Silvia Grigolin, “i neonati piangono”, ne evidenzia alcuni fattori fondamentali ai quali, credo, sia possibile aggiungerne altri due o tre non meno rilevanti. In premessa, mi sembra importante l’affermazione che il filosofo Galimberti fa all’inizio del video “il disagio giovanile nell’età del narcisismo”: il problema non è psicologico, ma culturale, intendendo, con ciò, che all’origine del fenomeno sta la nostra cultura e solo dopo viene la psicologia.

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di Bruno Perazzolo

Cosa significa appartenenza? Esiste un “bisogno del dovere”? “Libere” riflessioni suscitate dall’incontro – intervista di Pinerolo del 7 novembre ’23

 Se c’è una cosa che credo di aver capito dopo gli incontri di Biandronno (aprile ’23) e Pinerolo (novembre ’23) dedicati alla “Nuova Comunità” è quello che potrei chiamare “il bisogno del dovere; il bisogno di avere un compito” che fa dell’uomo solo (dell’individuo atomistico) un uomo triste e, spesso, disperato. In fondo credo che appartenenza significhi proprio questo: il bisogno di sentirsi parte di qualcosa che ci trascende e, perciò, ci obbliga ad agire in certo modo a prescindere dal calcolo utilitaristico.

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A cura di Bruno Perazzolo

Intervistatore Dario Nicoli, docente di Sociologia dell’Università Cattolica di Brescia

Con questa inchiesta, l’Associazione Culturale PensarBene ha dato inizio ad un lavoro di indagine volto a verificare le seguenti ipotesi:

1) è vero che l’Associazionismo Volontario, che ha radici profonde e centenarie, soprattutto in Lombardia, trova, nella realtà contemporanea delle nostre vite, un terreno particolarmente favorevole ad incrementarne il peso e la consapevolezza della sua necessità?

2) è vero che, adattandosi alle nuove condizioni economico sociali e culturali, l’Associazionismo, in quanto realtà viva, sta, almeno in parte, “mutando pelle”? E se questo è vero, quali sono i tratti innovativi delle nuove forme di Volontariato?

Allo scopo di verificare la validità delle nostre tesi, abbiamo posto, alle 12 associazioni partecipanti, tutte con sede o con una propria significativa presenza nel Comune di Biandronno, alcune domande le cui risposte sono state sinteticamente riportate in questo report.
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di Bruno Perazzolo

Il film, premiato al festival di Cannes, nel titolo rivela tutta la sostanza del racconto. Il marito della scrittrice, Sandra Voyter, “cade” dalla finestra del solaio che sta ristrutturando nello chalet acquistato, di recente, in montagna, vicino a Grenoble. Inizia da questo momento una ricerca della verità che, sia pure per motivi diversi, coinvolge tutti i protagonisti.

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di Bruno Perazzolo

Ho letto il saggio breve “Altre Intelligenze” scritto chiaramente e sicuramente utile per chi desiderasse comprendere, in modo non superficiale, l’attualità dell’IA (Intelligenza Artificiale) e le relative problematiche. Daniela Mario ne espone molto bene le maggiori preoccupazioni, i limiti assoluti (l’IA non potrà mai corrispondere all’intelligenza umana perché …..) o relativi (per ora l’IA non corrisponde all’intelligenza umana, ma in futuro ….), gli interessi e gli auspici. Tutte questioni che fanno da sfondo al grande tema dell’IA che, a ragione, può essere definita la punta di diamante del mito prometeico che regge l’intera impresa scientifica e la modernità che, con essa, in larga misura, si identifica. Un mito ben riassunto nel titolo del libro di Y.N. Harari “Sapiens, Da animali e dèi”, ma anche, ad esempio, nel saggio, meno noto, ma non per questo meno interessante, di quasi mezzo secolo fa, di J.  Goodfield, “Giocare alla Divinità”, Feltrinelli 1981. Per quanto gli scienziati, di norma, tendano a non farne parola, queste opere evidenziano bene come anche le loro imprese abbiano un fondamento ideologico. Continua

di Bruno Perazzolo

La critica lo ha piuttosto snobbato, il pubblico gli ha dato pieni voti anche se non si tratta, almeno sino ad oggi, del “grande pubblico”, bensì, presumo, di un pubblico piuttosto attento e affatto “conservatore”. Per molti versi il film – opera prima scritta e diretta da Alessandro Marzullo, realizzata con scarsissimi mezzi nel circuito del cinema indipendente – richiama i racconti dei fratelli Dardenne: “In fondo al tunnel delle tragedie e/o miserie umane, quasi fosse un miracolo, alla fine una luce si accende sempre”. L’opera di Marzullo però va più nel dettaglio offrendo, intenzionalmente, uno spaccato particolare della generazione Y andando a pescare i protagonisti da contesti urbani periferici.
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di Bruno Perazzolo

Halim è uno degli ultimi Maleem, maestri sarti. Mina, sua moglie, insieme al marito Halim, manda orgogliosamente avanti un negozio di alto artigianato. Un’attività che – se non fosse per la miracolosa comparsa in scena del giovane apprendista Youssef, nel contesto di una cultura che lascia intravvedere qua e là brandelli di modernità – pareva avere ben poche speranze di sopravvivenza. La bottega è il luogo dove un’antica arte tradizionale, quella della fabbricazione di caftani, si tramanda di generazione in generazione nell’ottica della bellezza e della perfezione cercando di concedere il meno possibile ai capricci del consumatore. Oltre la serranda del negozio, che si apre e si chiude, un’altra scena domina il filmContinua

di Bruno Perazzolo

Tulgaa vive in città. È direttore di un albergo 5 stelle. Ha una relazione con una donna che ha già un figlio e che, insieme alla città appena accennata, fanno da sfondo all’intero racconto senza mai comparire sulla scena. Una telefonata inaspettata avvisa Tulgaa che il padre adottivo sta morendo……..
Il film, cha a tutta prima sembra voler culminare in una bella favola a lieto fine, improvvisamente prende la piega tragica.Continua

Gli amici della camminata nel Parco del Ticino

“Grazie ragazzi” è un film recente, tratto da fatti realmente accaduti, con attore protagonista un superlativo Antonio Albanese. “Grazie ragazzi”, però, sono anche due parole che possono, insieme, ben rappresentare la sintesi di quest’ultima nostra camminata di PensarBene. Camminata che, quest’anno, abbiamo voluto tenere nel Parco del Ticino. Nella film Antonio è un attore “fallito” che “sbarca il lunario” doppiando film porno. Laura è la Direttrice di un carcere che, da tempo, ha sepolto la sua umanità nel “sarcofago della burocrazia penitenziaria”. Aziz, Diego e altri compagni sono i carcerati che, strumentalmente, colgono l’occasione di alcune lezioni di recitazione teatrale, per godere di qualche “ora d’aria in più”. Tutti i protagonisti della pellicola sopravvivono come noi sopravviviamo. Tutti i protagonisti della pellicola si immaginavano, come anche noi abbiamo immaginato, una vita diversa. Ma qualcosa è andato storto; qualcosa manca. Manca una parte dell’anima, manca qualcosa di decisivo capace di rendere la vita di tutti, attori e pubblico, meritevole di essere vissuta. Insomma, capace di rendere la vita pienamente umana.

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di Bruno Perazzolo

Francesco Bacone (1561 – 1626) pensava che scienza e tecnica avrebbero dato all’uomo quel dominio sulla natura che una certa interpretazione della Genesi 1,26-28 aveva promesso senza che la corrispondente versione della religione ebraico – cristiana ci fosse mai riuscita per davvero. Malgrado le molteplici evidenze contrarie, questa filosofia resta a tutt’oggi ampiamente dominante. Soprattutto in occidente, l’élite borghese ha fatto delle promesse messianiche della tecnologia il proprio credo fondato sulla desacralizzazione del mondo e, pertanto, sulla sua riduzione a semplice risorsa. Un’ideologia, questa della classe dominante, difficilmente scalzabile poiché si alimenta dell’accumulazione di ricchezza e di potere che consente di fronteggiare i crescenti problemi che questa visione genera attraverso un’innovazione sempre più veloce, “profondamente sconvolgente” e apparentemente, almeno nell’immediato, risolutiva.
Discorso diverso vale per le classi subalterne …..

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