Si sta discutendo molto in questi giorni se prolungare fino a fine giugno l’anno scolastico, con molte discussioni e parecchie perplessità. Ma potrebbe davvero essere vantaggioso restare di più a scuola per i ragazzi? Solo chiudendo i libri e i registri e aprendo di più la mente.

La scuola com’è nell’immaginario collettivo non corrisponde a quello che stanno vivendo oggi bambini e ragazzi: i più piccoli sono sempre stati in classe seduti sui banchi con mascherine, gel igienizzante e distanziamento, i più grandi dopo tanta didattica a on-line stanno tornando in classe dove trovano compiti ed interrogazioni ad aspettarli, e la socialità resta anche per loro un ricordo lontano, mentre la tanto attesa scuola in presenza sostituisce l’assenza dei corpi con l’ansia da prestazione.

Ma allora c’è davvero bisogno di aggiungere giorni al calendario scolastico?

Se così deve essere, dovrebbe diventare per tutti un’opportunità per recuperare tempi distesi e serenità nello stare insieme per raggiungere un obiettivo comune, senza la preoccupazione per voti e interrogazioni, ma piuttosto per realizzare attività che diventino compiti autentici in cui affrontare l’argomento “futuro”.

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