Di Bruno Perazzolo

La cronaca ne ha parlato ampiamente sottolineando, giustamente, come l’esplosione di Starship potesse essere intesa esattamente come Musk l’ha intesa: un fallimento produttivo, insomma un mezzo successo. Sì, perché un’impresa titanica quale quella sognata da Musk non può realisticamente escludere il “fallimento che insegna”, ovvero che genera il necessario apprendimento. …..
L’ulteriore riflessione che mi è passata per la mente, parlandone con amici dopo alcune settimane, è, però, qualcosa di diverso. Qualcosa che non riguarda tanto l’impresa titanica di Musk in sé e per sé, quanto il contesto in cui è avvenuta e, sicuramente, avrà modo di svilupparsi prossimamente. …
Se le imprese di Cristoforo Colombo e di Amerigo Vespucci, rispettivamente, sono state finanziate dai regnanti di Spagna e Portogallo, quella di Musk passerà molto probabilmente alla storia come l’impresa ciclopica di un magnate della finanza e della grande impresa oligopolistica: Tesla, Twitter, SpaceX, Neuralink. Più chiaro di così è impossibile che sia!! Continua

di Dario Nicoli

Sarà che la “fragilità” nel nostro tempo si porta molto bene in tutti i ceti sociali, ma fa comunque impressione vedere il contrasto esistenziale delle élite tecnoliberiste in tema di Intelligenza artificiale. Un esempio eclatante è quello di Elon Musk che da proprietario di Twitter persegue una strategia ultra permissiva, mentre da “cittadino responsabile” è il primo firmatario di una lettera in cui oltre mille tra imprenditori e accademici chiedono una moratoria di sei mesi allo sviluppo di AI generative come ChatGpt. Un tempo necessario affinché pubblici poteri e imprese possano sviluppare protocolli di sicurezza, modelli di governance dell’AI e piani di ricerca per garantire che i sistemi di intelligenza artificiale siano più “accurati, sicuri e affidabili”.

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di Bruno Perazzolo

Paghiamo le tasse allo Stato per avere beni e servizi pubblici, paghiamo un prezzo al mercato per avere beni e servizi privati, ma all’amico, al cittadino volontario basta un sorriso e un grazie per ripagarli del dono che abbiamo ricevuto. Ecco, sin qui, sino ad oggi abbiamo forse sottovalutato questa terza gamba che sostiene la persona e, quindi, la convivenza democratica. Lo Stato, il mercato erano necessari, ma spesso si è pensato che del dono se ne potesse anche fare a meno. Ma oggi non è più così.
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di Dario Nicoli

La comunità è la dimensione nella quale l’individuo si fa persona e il paese / borgo è il «luogo in cui donare, paradossalmente, ti fa sentire più ricco e più vivo». In questo articolo richiamo ciò che ci hanno donato le associazioni di Biandronno nell’incontro del 19 aprile scorso.Continua

di Riccardo Papini

La natura dell’uomo ha sempre affascinato numerosi studiosi nei secoli e ancora oggi non si è arrivati ad una risposta per fortuna, altrimenti nessuno avrebbe più lo stimolo ad approfondire questo tema.

L’articolo ha lo scopo di far riflettere sul nostro modo di far politica che vuole mettere in risalto la praticità del nostro modo di essere. E qui ora, giunti a questo punto, è interessante toccare il tema principale dell’articolo: essenza o apparenza? Per essenza intendiamo l’Individuo compresosi Uomo, mentre per apparenza intendiamo l’Uomo corrotto in Individuo Appare a prima vista sibilante e criptica questa definizione, ma intrinsecamente nasconde molto più significato di quello che si crede. Innanzitutto definiamo Individuo la persona tipicamente legata al mondo moderno, allo stile di vita consumistico e al materialismo peggiore che si può pensare, mentre con Uomo intendiamo l’animale sociale aristotelico, ovvero colui che interiormente sa già che prima di lui esiste un vago concetto che possiamo riassumere in Stato o anche Bene Comune. Ebbene, in linea di massima esistono varie interpretazioni al riguardo ed esse dipendono dalla concezione che si ha della Storia: se la consideriamo in ottica illuminista e positivista come un progresso tecnico, giuridico e scientifico allora vedremo come necessario lo sviluppo della civiltà e delle persone facenti parte verso un maggior benessere di queste ultime e come fine il raggiungimento della Felicità individuale. Ma cos’è la Felicità?
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di Bruno Perazzolo

Ridere di sé, l’autoironia è, forse, il modo migliore di stare al mondo: sicuramente quello più umano. Marlene, la protagonista, si accusa di un crimine che non ha commesso. La vittima, un produttore cinematografico tanto potente e ricco quanto spregiudicato, non gode, però, di buona fama. Provvidenza vuole che, come in ogni commedia che si rispetti, la cosa si sistemi per il meglio in una sorta di equa ed universale armonia degli interessi delle parti in scena.Continua

di Dario Nicoli

Mi sono sempre chiesto cosa sarebbe accaduto se Konrad Lorenz avesse dato una diversa conclusione al suo famoso racconto E l’uomo incontrò il cane. Nel testo, i due cani, uno dietro la recinzione della casa dei suoi padroni e l’altro accompagnando Lorenz lungo il sentiero che scende verso lo stagno, abbaiano ferocemente l’uno contro l’altro, fino a quando non raggiungono il confine della proprietà. Ma un bel giorno si trovano improvvisamente faccia a faccia in quanto, a causa di lavori, manca parte della recinzione: in un primo tempo rimangono ammutoliti senza sapere cosa fare, poi tornano entrambi sui loro passi e riprendono la cagnara abituale dietro la rete rassicurante …………………….
È una conclusione che si adatta molto bene a quel teatro pubblico che si rappresenta preferibilmente sui giornali e sui social italiani, dove due gruppi politici continuano a rappresentare la stessa scena, ma con sempre meno forza, meno convinzione e naturalmente meno pubblico, impegnandosi però con la medesima eroica e stolida perseveranza dei bei tempi ormai trascorsi. È la famosa diatriba pro/anti fascismo che si riaccende ogni volta che uno dei due schieramenti inizia il gioco, provocando la prevista reazione dell’altro, e così via fino alla consunzione del pretesto ed in attesa del prossimo.
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di Bruno Perazzolo

Ci sono gesti che dicono più di intere biblioteche. Il 2 aprile è la giornata mondiale sulla consapevolezza dell’autismo e che cosa si inventa il nostro Presidente Mattarella? Una “pizzata” nel nuovo locale di Monza gestito da ragazzi autistici i quali, per parte loro, gli preparano la pizza della Costituzione. La chiamano “PIZZA ARTICOLO 1”. Enorme! Quanto significato in così pochi gesti. Altro che minimalismo.Continua

di Dario Nicoli

Diversi segnali contraddittori emergono dal mondo delle tecnologie. Mentre sta montando il fenomeno delle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale (AI) come ChatGPT basato sulla possibilità di conversare con un utente umano, continua la grande crisi che si sta abbattendo sulle aziende tech e social media ……
Siamo di fronte ad un esempio del carattere distruttivo dell’innovazione tecnologica: cicli brevi di crescite spettacolari e altrettanto sorprendenti cadute sono causati dall’intreccio di fattori culturali, finanziari, politici ed emotivi ……….
Sullo sfondo delle turbolenze che interessano il mondo delle tecnologie si pone la questione fondamentale connessa dello sviluppo della società moderna, ovvero in quale direzione si indirizza l’enorme potere concentrato nelle mani dei leader di poche aziende e dei governi che le possono controllare.
Il famoso linguista Noam Chomsky sul New York Times dell’8 marzo svela quelle che chiama le “false promesse di ChatGPT” centrate sulla possibilità di facilitare o addirittura sostituire il pensiero umano. La sua critica si focalizza sulla questione della verità: l’AI funziona secondo un punto di vista molto accurato per ciò che concerne i nessi funzionali tra le informazioni (uguale/diverso, prima/dopo…) e le strutture del linguaggio, ma risulta assolutamente imprecisa e tendente ad “eseguire gli ordini” quando sono in gioco questioni etiche come vero/falso, buono/cattivo, giusto/ingiusto, opportuno/inopportuno…Continua

di Bruno Perazzolo

In realtà i film sono due. Il primo, “Come un gatto in tangenziale”, racconta di un abisso di incomprensione e di lontananza, anche fisica, tra “élite” e “popolo”. Un’élite, quella descritta nel film, piena di “buone intenzioni” non sempre sincere, che vuole “risanare le periferie” senza conoscerle. Un popolo ridotto a un aggregato deculturato formato da singoli arrabbiati tutti intenti ad affermare quel poco che resta di se stessi. La seconda pellicola, “Come un gatto in tangenziale:  ritorno a Coccia di Morto”, è un sequel della prima. E’ più costruttiva e, tra una pseudo-disgrazia, un imprevisto e una coincidenza, mostra una “luce in fondo al tunnel”.Continua