Da un anno circa abbiamo aperto nel nostro blog la rubrica “storie d’incanto”. L’articolo di Benedetta, che ringraziamo, rappresenta perfettamente lo spirito che anima l’insieme dei contributi che, man mano, stiamo raccogliendo sotto questa categoria ……….

Benedetta Nicoli

Casa Amoris Laetitia è una struttura residenziale che offre servizi sanitari e socioassistenziali a minori, soprattutto bambini, con disabilità molto gravi ……
La Casa ospita anche i genitori, i fratelli e le sorelle dei bambini cui viene dedicata assistenza. Infatti, una delle principali convinzioni alla base della Casa è che immaginare il bambino separatamente dalla sua famiglia è un’astrazione che rischia di compromettere l’intero servizio di assistenza …………..
I dirigenti, gli operatori, i volontari entrano pensando di offrire aiuto e amore ai bambini con gravi fragilità, ma alla fine si accorgono che sono loro a venire investiti di un amore smisuratamente più grande….Continua

20 settembre ’24 ore 17.30 sul canale Telegram di PensarBene

Con “Anarchia, stato e utopia” (1974), Robert Nozick presenta una difesa in termini filosofici dei principi libertari e una sfida alle idee consolidate della giustizia distributiva ….. L’aiuto dato agli altri spicca in modo particolare nell’elenco di ciò che nessuno dovrebbe fare perché vi è stato costretto; tassando i ricchi per aiutare i poveri lo Stato impone una coercizione ai ricchi violando il loro diritto di usare, come meglio credono, le cose di loro proprietà…….

Continua l’impegno della nostra Associazione sul tema del rapporto tra comunità, libertà, individualismo e democrazia. Al solito, non siamo interessati al solo “raccontarci ciò che pensiamo”. Intendiamo, invece, offrire a tutti uno spazio aperto di confronto e approfondimento amichevoli su temi che, da qualunque parte li si voglia guardare, risultano di urgente attualità per la “qualità della nostra convivenza”. Nello scorso incontro abbiamo trattato dell’Utilitarismo, l’ideologia per molti versi dominante nelle nostre società, nel prossimo incontro tratteremo del Liberalismo nella sua formulazione più generale.Continua

di Dario Nicoli

Come dicono i filosofi, l’esistenza umana è posta entro un paradosso. Vuol dire che è combattuta tra due pulsioni che sembrano tra di loro inconciliabili: affermare se stesso nel superare se stesso. Ma questo superamento dovrebbe avvenire secondo una dinamica che scaturisce dall’appartenenza ad un mondo di vita comune. Quindi riguarda ancora il proprio io, quella vita dell’individuo che è compresa nel noi.

L’opera del superamento di sé appare particolarmente ardua nei nostri tempi, soprattutto perché l’io ha troppe cose da conservare e troppi pensieri da cui doversi distaccare. Il cittadino dell’Occidente porta sulle spalle il peso di un ego non indifferente, che rappresenta sia un’opportunità (ricerca di pienezza) ma anche una gabbia (dominio dell’ego). Ecco due esempi letterari, con esiti contrari, ambedue tratti dallo stesso tentativo di liberazione da se stessi, quello che si compie nel viaggio e nell’avventura.
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Dall’intervista a Family Way, all’Assessore Annamaria Tosatto, del Comune di Noale (VE), e al Sindaco del Comune di Mansuè (TV), Leonio Milan, alcune conferme sulla validità di alcune nostre (di PensarBene) ipotesi di lavoro.

di Bruno Perazzolo

Ragionando con amici e “meno amici”, spesso mi capita di imbattermi in un’idea tanto diffusa quanto infondata: l’idea che l’altruismo, il rispetto che dobbiamo alle persone e ai beni comuni, gli stessi beni comuni siano sempre lì, in una certa qualità e quantità data, pronti ad entrare in gioco non appena noi, la società o quant’altri lo desideriamo. Insomma, la pratica delle virtù civiche sarebbe una scelta come un’altra, un’opzione sempre disponibile, basta che lo vogliamo. Ebbene, dopo l’intervista di Family Way, se c’è una cosa che mi è sempre più chiara, è che le cose non stanno affatto così. Cerco, ora, di spiegarne il motivo.Continua

di Natanail Danailov

L’ultima edizione de Gli incontri di PensarBene è stata ospitata dell’associazione Family Way APS di Paese (TV). Silvia Grigolin – socia fondatrice e attuale Presidentessa – è stata entusiasta sin dal primo momento in cui le abbiamo proposto di organizzare l’incontro: poiché la sua associazione abbraccia appieno tutti i nostri valori e pensieri su tematiche a noi care – in particolare il rapporto tra la comunità e le persone, tema affrontato e discusso da PensarBene nel corso del tempo con articoli, approfondimenti e altri incontri online – ci è sembrata una buona occasione per analizzare, studiare e sentirci raccontare dal vivo di un caso che affronta in prima persona questi argomenti.Continua

Dopo le interviste alle Associazioni del Comune di Biandronno e ai rappresentanti delle Istituzioni Locali del Comune di Pinerolo, ora la nostra ricerca si focalizza su alcuni casi di “cittadinanza attiva” che consideriamo particolarmente interessanti per l’originalità della proposta e/o per lo specifico contesto operativo.Continua

“Ciò che il denaro non può comprare”

di Bruno Perazzolo

Allo scopo di introdurre coloro che avranno il piacere di condividere con noi l’approfondimento del tema della Giustizia a partire dall’opera di Michael Sandel, ho pensato possa essere utile l’ascolto di questo video intitolato “Ciò che il denaro non può comprare”. Il motivo della scelta è chiaro: i contenuti del documento si pongono in perfetta continuità con il lavoro di ricerca che la nostra associazione sta realizzando praticamente dal momento in cui si è costituita (al riguardo si vedano le note a piè di pagina), mettendo al centro del nostro “confronto”, prima il tema delle “sfide della democrazia” e, successivamente, quello del “rapporto tra la libertà e la comunità”. Provo, ora, a giustificare questa mia affermazione.
La prima parte della conferenza mette in evidenza la progressiva “mercificazione di tutto”, sino al punto che, secondo  Sandel, da circa 30 anni, siamo passati da un’”economia di mercato” ad una “società di mercato”. Naturalmente non si tratta di una novità assoluta. Autori classici quali Ferdinand Tönnies e Karl Marx, ad esempio, avevano ampiamente argomentato e previsto anzitempo questo fenomeno. Ora, però, esso si dispiega sotto i nostri occhi passando, per così dire, “dall’idea alla materia” in maniera quasi provocatoria. Di questi “casi provocatori”, il video è ricolmo anche perché è nello stile di Sandel fare ampio ricorso all’esempio nell’illustrazione dei concetti che intende sostenere o confutare.
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di Bruno Perazzolo

Nel 2013 Graeber scrive, su richiesta della rivista radicale “Strike”, un articolo intitolato “sul fenomeno dei lavori del cavolo”. Inaspettatamente il testo – che parte dal fallimento della profezia keynesiana delle 15 ore di lavoro settimanali nel 2000, per arrivare ad ipotizzare l’attuale, diffusa insoddisfazione per il lavoro retribuito, ritenuto spesso inutile o dannoso – assume carattere virale. Insomma, un notevole successo fatto di denunce, per lo più anonime, al limite della formazione di un vero e proprio movimento politico. …
Per fare qualche esempio di “lavoro del cavolo” (il testo, di esempi, ne riporta in abbondanza), citerei la categoria dei “tirapiedi”, ossia lavoratori il cui compito esclusivo è quello di far sentire e/o apparire importante qualcun altro. Chi lavora nella scuola dovrebbe, poi, conoscere bene il tipo del “barracaselle”, impegnato a compilare moduli e a redigere relazioni che mai nessuno leggerà. Oppure, l’altro caso del “supervisore”, occupato in ruoli la cui unica funzione è quella di dare l’impressione che l’organizzazione aziendale svolga controlli che, in realtà, non svolge affatto. Nel settore del marketing e della finanza si incontrano, da ultimo, i casi più frequenti ed eclatanti di lavori del tutto dannosi che, mentre procurano una certa utilità a qualcuno, appioppano dispiaceri di gran lunga maggiori alle loro vittime. Un film che può aiutare a comprendere bene il fenomeno è quello di Paolo Virzì, 2008, “tutta la vita davanti”.

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di Dario Nicoli

Parafrasando il Sommo poeta, possiamo definire lo scopo del nostro cammino con la frase: «Comunità andiam cercando, ch’è sì cara»
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Quale forma di vita comune stiamo cercando? ……….. Due sono le caratteristiche della nuova comunità: essa riguarda la nostra “vita nel mondo” quindi va oltre la sfera individuale ………….. essa corrisponde ad uno spirito di dedizione che scaturisce dall’anima della persona che si conforma ad un modo di vita profondamente umano e rispettoso dell’intero creato
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Perché la comunità ci è tanto cara?
La possibilità di vivere in comune in modo autentico ed unificato è diventata un’esigenza sempre più impellente, allo scopo di sottrarsi alla “vita cattiva” di cui facciamo continuamente esperienza
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Il nostro contributo come Pensarbene consiste nella ricerca e nella manifestazione dei segni di nuova comunità, così come descritta, che esistono già nelle trame della vita nel mondo, per metterne in luce il carattere epifanico in quanto rivelazione o manifestazione di un bene in atto nella vita nel mondo. Lo cerchiamo nelle comunità locali, nelle opere altruistiche che si prendono cura del senso di appartenenza e dei legami che tengono unito il popolo, nelle attività economiche orientate ad uno scopo buono e dotate di un’anima, negli avvenimenti di meraviglia e di risonanza, specie quelli più piccoli e quotidiani.Continua

di Bruno Perazzolo

Tentativo di un ulteriore approfondimento a partire dalle osservazioni critiche di Clelia Dal Lago e di Sara Parola all’articolo “il capitalismo quasi non esiste!

Mi pare che le osservazioni critiche di Sara e Clelia dipendano dal fatto che, nel mio articolo “il capitalismo quasi non esiste!”, dal tentativo di distinguere i concetti di scambio e di dono e di valore di mercato e valori sociali, sia derivata l’idea che, nella realtà, queste dimensioni si escludano vicendevolmente, ovvero che, in concreto, non possano convivere. Da qui l’approfondimento che propongo.

Il primo luogo la questione dello scambio. Sono d’accordo sul fatto che lo scambio, salvo, forse, nelle forme più primitive e isolate di società, è sempre esistito e, probabilmente, continuerà ad esistere. Non è però l’unico modo – e, in molti casi, per esempio nelle società tradizionali, non è neppure il modo più importante – nel quale si crea valore. Soprattutto ne esiste un altro, IL DONO, che è tipico di quella forma particolare di relazione umana che chiamiamo Comunità ………………

Altro argomento: quello dei “lavori senza senso”, che concorrono a gonfiare il PIL senza creare alcuna, vera, ricchezza.

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