di Natanail Danailov

Foto di Hannah Busing su Unsplash

L’ultima edizione de Gli incontri di PensarBene è stata ospitata dell’associazione Family Way APS di Paese (TV). Silvia Grigolin – socia fondatrice e attuale Presidentessa – è stata entusiasta sin dal primo momento in cui le abbiamo proposto di organizzare l’incontro: poiché la sua associazione abbraccia appieno tutti i nostri valori e pensieri su tematiche a noi care – in particolare il rapporto tra la comunità e le persone, tema affrontato e discusso da PensarBene nel corso del tempo con articoli, approfondimenti e altri incontri online – ci è sembrata una buona occasione per analizzare, studiare e sentirci raccontare dal vivo di un caso che affronta in prima persona questi argomenti.

Abbiamo proposto a Silvia il nostro solito pattern, che adottiamo abitualmente per incontri di questo tipo, cioè quello di invitare alcuni rappresentanti – delle istituzioni locali, della scuola, della cittadinanza – della comunità di cui vogliamo scoprire le peculiarità. Family Way in questo ci sembrava essere molto ben preparata poiché, avendo a che fare quotidianamente con persone del posto, pareva essere ben inserita a tutti i livelli della comunità del luogo. Anche per questo motivo, abbiamo concordato insieme il nome dell’evento: con Silvia abbiamo deciso di chiamarlo Focus group: Fare comunità.

Giunti da Silvia, siamo stati accolti negli uffici di Family Way, dove la modernità degli ambienti lasciava ampio spazio alla calorosa accoglienza che ci aveva riservato. Mentre lei ci raccontava qualche retroscena sugli spazi che utilizzano e su progetti futuri che hanno in mente, pian piano gli invitati all’incontro arrivavano e prendevano posto, un po’ intimoriti probabilmente dal fatto che non sapevano esattamente cosa aspettarsi da quella mattinata (in tutta onestà, nemmeno io avevo le idee ben chiare…).

Come al solito, questo mio racconto non vuole essere un resoconto dettagliato dell’incontro, con elencate tutte le tematiche trattate e i punti discussi – per questi aspetti seguiranno numerosi articoli e interventi, oltre alla registrazione dell’incontro, già disponibile su YouTube – ma piuttosto un racconto più sentimental-emotivo dell’esperienza in generale.

Siamo partiti con una breve presentazione degli ospiti da parte di Silvia, e abbiamo dato la parola ad Annamaria Tosatto e a Leonio Milan, rispettivamente l’Assessora alle Politiche Sociali del Comune di Noale (VE) e il Sindaco di Mansuè (TV). I loro interventi sono stati particolarmente piacevoli perché hanno dimostrato come anche le istituzioni locali siano ben presenti e attive sul territorio, cercando di promuovere l’inclusione di chi vuol entrare a far parte della comunità e di agire in prima persona affinché questo accada. Oltre agli esempi raccontati da Leonio, ci ha stupiti molto Annamaria, che si è congedata in tutta fretta dicendo che avrebbe fatto tardi alla celebrazione del matrimonio di una coppia da poco trasferitasi a Noale, come a voler dire “Avete visto? Qui da noi siete tutti i benvenuti!”. 😄

Successivamente, essendo rimasti praticamente solo noi presenti in sala, i partecipanti all’incontro hanno pian piano allontanato la tensione per dare spazio ai racconti. Il discorso iniziale tra Dario e Silvia ha pian piano stimolato anche gli altri a dire la loro, a raccontare in che modo Family Way li ha supportati e aiutati.

Fino a quel momento non avevo ben compreso quali fossero le attività che l’associazione svolge, ma ascoltando i racconti delle persone lì presenti ho capito che Family Way «opera favorendo uno scambio tra generazioni e la costituzione di reti comunitarie nel territorio» – come spiegato anche sul loro sito web – mediante la costituzione di «Servizi di Conciliazione per la Famiglia “Le Case Anni Verdi” e “Le Case Anni d’Oro”». In sostanza, Family Way promuove un modello per fare comunità nel vero senso del termine, proponendo alle persone del posto di aprire i propri spazi per accogliere bambini e/o persone anziane che, seguiti adeguatamente, possano vivere tutti i piccoli momenti di quotidiana felicità che la vita ci offre, ed essere motivati a costruirne di nuovi. Gli operatori di Family Way seguono una specifica formazione preliminare, che consente loro di seguire adeguatamente le persone loro affidate, e rilevare come questo processo di costruzione di legami tra le persone facenti parte di una stessa comunità sta procedendo.

A turno, ciascuna delle partecipanti – che spaziavano da operatrici dell’associazione, da mamme di bimbi coinvolti nelle sue iniziative, a persone che accolgono nelle loro abitazioni persone anziane – ha raccontato le proprie esperienze, vissute grazie alla guida e al sostegno di Family Way. Le attività organizzate sono delle più disparate: dal giardinaggio, alla preparazione di piatti semplici, alla passeggiata al mercato del giovedì, in modo da poterli pian piano abituare all’autonomia, ma anche a ritagliarsi dei momenti da dedicare alla comunità che li circonda. Talvolta, alcune di queste attività sono anche svolte assieme a nonne o nonni, mamme o papà.

I loro racconti mi hanno davvero rincuorato, non solo per via della genuinità delle loro parole, ma anche perché, come ho raccontato in quest’occasione, io stesso ho avuto l’enorme fortuna di crescere in una comunità molto simile alla loro, dove le persone erano educate all’aiuto e al sostegno reciproco, indipendentemente che si tratti di bambini, di adulti o di anziani. Sono praticamente cresciuto dai miei vicini di casa, dove spesso aiutavo il nonno Mario a pulire il giardino dalle erbacce e la nonna Maria a preparare le orecchiette. E anche loro, dall’altra parte, mi hanno sempre coinvolto nelle loro attività, insegnandomi ciò che sanno fare, il loro modo di pensare e i valori che gli appartengono.

Sono uscito dall’incontro sentendomi appagato, sicuro che al mondo esistono ancora delle brave persone, nel senso di persone che hanno voglia di dedicare una parte della propria quotidianità, del proprio tempo e della propria persona alla comunità, agli altri, alle persone vicine e meno vicine, ai figli e ai genitori anziani. Spero che riescano a trasmettere sempre di più i loro insegnamenti, anche perché non si tratta di un’innovazione in quanto a idee, ma di valori che abbiamo perso con il tempo e che dobbiamo imparare a ritrovare e a reinserire nelle nostre vite prima che questi cadano definitivamente nel dimenticatoio.

Grazie Silvia per il meraviglioso incontro, spero di avere modo di ripassare a trovarti. 😊❤️

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