di Dario Nicoli

Qualche giorno fa, ad un amico che mi chiedeva come sarebbe stato il 2024, ho risposto istintivamente “dipende dalle guerre”. Ripensandoci in seguito, mi sono accorto che questa prospettiva cambia il modo normale di fare previsioni, basato sulle tendenze statistiche degli anni precedenti, come se il futuro non fosse nient’altro che l’aggiunta di un tassello ad un lungo periodo di progresso in tutti i campi della vita, la tipica illusione dell’illuminismo, avvero l’ultima grande religione civile fondata su razionalità, tolleranza, altruismo ed aspirazione alla libertà. Se la crisi economica del 2007-2014 è da considerare come un’interruzione momentanea di questo lungo ciclo, se la pandemia ha incrinato la fiducia in questa visione, sono state le guerre a rompere del tutto l’incantesimo e ad imporci di comprendere questo punto cruciale della nostra storia in cui siamo coinvolti non da pochi anni, anche se non ce ne siamo resi conto se non con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, iniziata dal febbraio del 2014.

Cosa significa pensarbene in questo momento?Continua

Lo scorso incontro del 23 giugno ci siamo lasciati con l’impegno di ritrovarci, a settembre, per un ulteriore approfondimento della tensione esistente tra libertà e comunità e, di rimando, tra democrazia e comunità.

Comunità e democrazia: verso una nuova sintesi?

Seguirà la presentazione del prossimo incontro – intervista incentrato sulle nuove municipalità e il welfare responsabile: rapporti tra istituzioni locali e la cittadinanza attiva

Venerdì, 22 settembre a partire dalle 17.30 e sino alle 19.00, sul canale Telegram di PensarBene.
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di Bruno Perazzolo

Platone, uno dei maggiori filosofi dell’antica Grecia, pensava che la democrazia fosse una forma di Stato fallimentare. Il motivo era quello dell’ignoranza del popolo che espone il governo del bene pubblico alla demagogia di abili furfanti che sanno “predicare bene, ma razzolano malissimo”. Platone, in base al modello organico di società all’epoca dominante, pensava che tutto ciò fosse più o meno inevitabile. Ora, se quest’ultima affermazione riguardante la necessaria incompetenza delle masse si può forse contestare, ciò che però è certo è che una democrazia non può reggersi sull’ignoranza.

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di Bruno Perazzolo

Idealmente ed anche, in larga misura, storicamente, democrazia moderna e comunità si sono collocate agli antipodi. Il concetto puro di comunità poggia su una visione olistica della società i cui caratteri – l’ordine, la gerarchia (la disuguaglianza), l’appartenenza ad una tradizione (assenza di libertà) e, soprattutto, l’idea che l’umano non la si possa trovare tutto intero nell’individuo – stanno esattamente all’opposto dei valori fondativi della modernità e della democrazia.
Si spiega così come i democratici più consapevoli, di destra come di sinistra, abbiano sempre visto con sospetto i “ritorni di comunità” ….

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di Bruno Perazzolo

Richard Sennett, nel suo libro “l’uomo flessibile”, sostiene che il “capitalismo multinazionale”, negli ultimi 40 anni circa, ha cambiato pelle. Le nuove élite non ambiscono più al controllo gerarchico della società, non dettano più procedure, non mirano ad imporre stili di vita. Esigono, invece, che siano gli altri, le singole persone, a trovare il modo di adattarsi ai loro continui cambiamenti, ad un potere che si fa sempre più invasivo e, nel medesimo tempo, meno trasparente e meno palpabile. Viene da qui, secondo Sennett, il nuovo vangelo della flessibilità, della mobilità, dei legami deboli, del cogliere l’opportunità vivendo nel breve periodo.  
“Tutto in un giorno” è un film “mediano”, tra Ken Loach e i fratelli Dardenne. Dal primo prende la crudezza del racconto mentre dai secondi assume il miracolo di flebili segni di speranza. Sullo sfondo il dramma delle famiglie sfrattate che, nella “civile” Spagna (ma nel nostro paese siamo pressappoco sugli stessi numeri), come si evince dai titoli di coda, sono circa 100 – 140 al giorno.

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di Bruno Perazzolo

L’aforisma sul suicidio è tratto dal film i cui dialoghi sono talmente veloci, arguti e senza soluzione di continuità da risultare un tantino caricaturali rispetto ad un ambiente che, in ogni caso, non deve essere molto differente da come viene descritto nella pellicola. Tema centrale: le lobby e la politica. Qualcuno l’ha anche definito, in maniera più tecnica, la “finanziarizzazione della politica” per cui, a conti fatti, il voto di un cittadino normale vale assai meno di quello di un potente amministratore delegato.
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di Bruno Perazzolo

Nella mitologia greca l’episodio di Edipo e la Sfinge, racconta di una sfida mortale. La Sfinge, un mostro un terzo uomo e due terzi animale, dominava la strada per Tebe. A tutti i passanti sottoponeva il medesimo enigma divorando tutti quelli che non sapevano dare la risposta corretta. Se ora, al posto dei passanti, mettiamo i sistemi democratici, il caso del Qatar-gate può essere assimilato alla riproposizione di un enigma, un’interrogazione alla quale le democrazie non possono più permettersi di fornire risposte elusive.Continua

Di seguito presentiamo la sintesi di quanto emerso nel terzo ed ultimo incontro sulla crisi della democrazia, realizzato dalla nostra associazione. Il testo, oltre ad approfondire alcuni fattori cruciali delle attuali difficoltà, abbozza alcuni possibili “percorsi terapeutici” che, con ogni probabilità, verranno ripresi nei nostri prossimi incontri.
Ringraziamo di cuore tutte le amiche e gli amici che, fornendo il loro contributo, hanno reso possibile questo risultato. Continua

di Bruno Perazzolo

Il teatro nel cinema, il racconto nel racconto, una tecnica sempre più diffusa quasi che realtà e “finzione” stessero per confondersi sempre di più ….. Lo sfondo è quello degli anni ’80. Alcuni giovani vengono selezionati per una scuola di teatro prestigiosa, mentre altri, la maggior parte, egualmente appassionati e motivati, devono subire lo smacco dell’esclusione dalla corsa per il successo. La pellicola prosegue con il racconto del gruppo dei “fortunati”….. Siamo dunque di fronte ad un’élite energica la cui disciplina professionale fa tuttavia a pugni con una vita “dissipatoria”, stile bohème, di cui s’è perso tutto l’anticonformismo essendo che, negli anni ’80, la trasgressione si era già massificata, diventando la nuova regola di vita interclassista.

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di Bruno Perazzolo e Gabriella Morello

L’articolo, firmato da Riccardo Cesari, fornisce l’evidenza empirica della relazione tra la povertà, accompagnata da crescente disuguaglianza economica, e il fenomeno dell’astensione dal voto che, negli ultimi decenni, mostra un andamento esponenziale. Correttamente il testo indica come tutto ciò impatti negativamente sulla democrazia e, più in generale, sulla partecipazione politica intesa anche in un’ottica minimalista: quella della partecipazione al dibattito e alla conseguente ricerca attiva di informazioni attinenti la gestione della vita pubblica. Sulla base di questi fatti incontrovertibili e ben esposti dall’autore, ci sembrano opportune alcuni approfondimenti.
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