di Bruno Perazzolo

Richard Sennett, nel suo libro “l’uomo flessibile”, sostiene che il “capitalismo multinazionale”, negli ultimi 40 anni circa, ha cambiato pelle. Le nuove élite non ambiscono più al controllo gerarchico della società, non dettano più procedure, non mirano ad imporre stili di vita. Esigono, invece, che siano gli altri, le singole persone, a trovare il modo di adattarsi ai loro continui cambiamenti, ad un potere che si fa sempre più invasivo e, nel medesimo tempo, meno trasparente e meno palpabile. Viene da qui, secondo Sennett, il nuovo vangelo della flessibilità, della mobilità, dei legami deboli, del cogliere l’opportunità vivendo nel breve periodo.  
“Tutto in un giorno” è un film “mediano”, tra Ken Loach e i fratelli Dardenne. Dal primo prende la crudezza del racconto mentre dai secondi assume il miracolo di flebili segni di speranza. Sullo sfondo il dramma delle famiglie sfrattate che, nella “civile” Spagna (ma nel nostro paese siamo pressappoco sugli stessi numeri), come si evince dai titoli di coda, sono circa 100 – 140 al giorno.

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di Bruno Perazzolo

L’aforisma sul suicidio è tratto dal film i cui dialoghi sono talmente veloci, arguti e senza soluzione di continuità da risultare un tantino caricaturali rispetto ad un ambiente che, in ogni caso, non deve essere molto differente da come viene descritto nella pellicola. Tema centrale: le lobby e la politica. Qualcuno l’ha anche definito, in maniera più tecnica, la “finanziarizzazione della politica” per cui, a conti fatti, il voto di un cittadino normale vale assai meno di quello di un potente amministratore delegato.
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di Bruno Perazzolo

Nella mitologia greca l’episodio di Edipo e la Sfinge, racconta di una sfida mortale. La Sfinge, un mostro un terzo uomo e due terzi animale, dominava la strada per Tebe. A tutti i passanti sottoponeva il medesimo enigma divorando tutti quelli che non sapevano dare la risposta corretta. Se ora, al posto dei passanti, mettiamo i sistemi democratici, il caso del Qatar-gate può essere assimilato alla riproposizione di un enigma, un’interrogazione alla quale le democrazie non possono più permettersi di fornire risposte elusive.Continua

Di seguito presentiamo la sintesi di quanto emerso nel terzo ed ultimo incontro sulla crisi della democrazia, realizzato dalla nostra associazione. Il testo, oltre ad approfondire alcuni fattori cruciali delle attuali difficoltà, abbozza alcuni possibili “percorsi terapeutici” che, con ogni probabilità, verranno ripresi nei nostri prossimi incontri.
Ringraziamo di cuore tutte le amiche e gli amici che, fornendo il loro contributo, hanno reso possibile questo risultato. Continua

di Bruno Perazzolo

Il teatro nel cinema, il racconto nel racconto, una tecnica sempre più diffusa quasi che realtà e “finzione” stessero per confondersi sempre di più ….. Lo sfondo è quello degli anni ’80. Alcuni giovani vengono selezionati per una scuola di teatro prestigiosa, mentre altri, la maggior parte, egualmente appassionati e motivati, devono subire lo smacco dell’esclusione dalla corsa per il successo. La pellicola prosegue con il racconto del gruppo dei “fortunati”….. Siamo dunque di fronte ad un’élite energica la cui disciplina professionale fa tuttavia a pugni con una vita “dissipatoria”, stile bohème, di cui s’è perso tutto l’anticonformismo essendo che, negli anni ’80, la trasgressione si era già massificata, diventando la nuova regola di vita interclassista.

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di Bruno Perazzolo e Gabriella Morello

L’articolo, firmato da Riccardo Cesari, fornisce l’evidenza empirica della relazione tra la povertà, accompagnata da crescente disuguaglianza economica, e il fenomeno dell’astensione dal voto che, negli ultimi decenni, mostra un andamento esponenziale. Correttamente il testo indica come tutto ciò impatti negativamente sulla democrazia e, più in generale, sulla partecipazione politica intesa anche in un’ottica minimalista: quella della partecipazione al dibattito e alla conseguente ricerca attiva di informazioni attinenti la gestione della vita pubblica. Sulla base di questi fatti incontrovertibili e ben esposti dall’autore, ci sembrano opportune alcuni approfondimenti.
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di Bruno Perazzolo

Per comprendere la democrazia bisogna capire la tirannia: cosa significa essere sudditi o schiavi. In breve cosa significa l’ineguaglianza. Nel film “Spartaco”, 1960, il capolavoro di Stanley Kubrick trae ispirazione della prima, importante rivolta di schiavi che la storia ricordi. In una scena si vede Spartaco nella gabbia dei gladiatori che, provocato da un nobile romano, grida minaccioso: “siamo uomini non animali”. Il film prosegue mostrando come la rivolta degli ultimi sfoci in un abbozzo di democrazia: dall’ineguaglianza della tirannia, sinonimo di dipendenza e oppressione, all’eguaglianza della democrazia segno di indipendenza e di libertà. Anche nel bellissimo “Si può fare”, regia di Giulio Manfredonia 2008, bastano i primi 22 minuti della pellicola (disponibile su YouTube gratuitamente in versione integrale) per cogliere lo stesso passaggio riproposto, però, in una diversa accezione. In questo caso è l’assistenzialismo il fattore che chiude le persone in una gabbia pseudo-protettiva, ma non meno alienante e disumana, mentre sarà l’”assemblea dei soci della cooperativa”, il lavoro e il mercato ad aprire loro un varco verso l’autonomia e la dignità.
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di Bruno Perazzolo

Robert Alan Dahl, 1915 – 2014, è stato un politologo statunitense di origine norvegese. Professore di scienza politica all’Università di Yale, è stato Presidente della American Political Science Association, ed è considerato uno dei massimi studiosi del fenomeno democratico. Il saggio “Sulla democrazia”, che sottopongo alla vostra attenzione, è un testo divulgativo e, al tempo stesso, stante la statura dell’autore, molto approfondito e con un approccio spiccatamente didattico.

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a cura dell’Associazione Culturale PensarBene

Abbiamo costituito l’Associazione Culturale PensarBene con l’intento di offrire un “luogo terzo” a tutti coloro che hanno a cuore il bene comune della democrazia. Un “luogo terzo” è un posto dove persone di orientamento diverso, provenienti da storie differenti riguardo al ceto sociale, alla professione, alla condizione economica ecc., possono incontrarsi liberamente per dare vita ad “una buona conversazione” nell’ottica del dialogo e dell’approfondimento tematico.   
La “mappa in progress della democrazia”, che stiamo insieme realizzando, è il primo organico esempio di un simile approccio improntato alla logica del “pensare insieme per pensare meglio”.

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di Bruno Perazzolo

Molti “critici”, indicando questo o quel difetto di un paese democratico, concludono sostenendo che la democrazia non esiste, peggio è un inganno. Tuttavia, ragionando in questo modo, potremmo dire che neppure la giustizia, l’eguaglianza, lo stato totalitario, la materia e/o l’universo esistono o sono mai esistiti. Il punto è che “le mappe che abbiamo in testa sono sempre diverse dal territorio” cui si riferiscono. Sennonché sostenere che una mappa, un’idea, un concetto, mancando di questo o quel tratto di realtà, sia inutile è un grave errore. Prova ne sia che “chiunque cerchi un tesoro necessita di una buona mappa” tanto più vantaggiosa quanto più capace di rappresentare “il mondo” in maniera semplificata. Trattando dello “stato di salute” della democrazia il principio non cambia: è necessario disporre di una sua “immagine ideale” per riconoscerne la solidità, piuttosto che i limiti o le patologie. Di seguito proverò a fornire alcuni “pixel cruciali” di questa immagine. Continua