di Bruno Perazzolo

Halim è uno degli ultimi Maleem, maestri sarti. Mina, sua moglie, insieme al marito Halim, manda orgogliosamente avanti un negozio di alto artigianato. Un’attività che – se non fosse per la miracolosa comparsa in scena del giovane apprendista Youssef, nel contesto di una cultura che lascia intravvedere qua e là brandelli di modernità – pareva avere ben poche speranze di sopravvivenza. La bottega è il luogo dove un’antica arte tradizionale, quella della fabbricazione di caftani, si tramanda di generazione in generazione nell’ottica della bellezza e della perfezione cercando di concedere il meno possibile ai capricci del consumatore. Oltre la serranda del negozio, che si apre e si chiude, un’altra scena domina il filmContinua

di Cesare Trematore

Il successo della specie umana è in gran parte dovuto alla notevole capacità di collaborazione, che supera quella degli altri mammiferi. Gli esseri umani sono in grado di creare obiettivi comuni, provare empatia per gli altri, creare miti condivisi e sviluppare un senso di appartenenza che sono la base della socializzazione. Il  senso di appartenenza e identificazione è una necessità per l’uomo e sono fattori necessari   per l’autostima. Più forte sono questi fattori più l’autostima cresce mentre la mancanza di tali fattori può portare a una diminuzione dell’autostima…….
Questo processo ha innescato l’identificazione con un gruppo, nonché la divisione tra “noi” e i “non noi”. È emerso che ogni individuo si comportava in modo più generoso nei confronti dei membri del proprio gruppo rispetto a quelli dell’altro gruppo.
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Gli amici della camminata nel Parco del Ticino

“Grazie ragazzi” è un film recente, tratto da fatti realmente accaduti, con attore protagonista un superlativo Antonio Albanese. “Grazie ragazzi”, però, sono anche due parole che possono, insieme, ben rappresentare la sintesi di quest’ultima nostra camminata di PensarBene. Camminata che, quest’anno, abbiamo voluto tenere nel Parco del Ticino. Nella film Antonio è un attore “fallito” che “sbarca il lunario” doppiando film porno. Laura è la Direttrice di un carcere che, da tempo, ha sepolto la sua umanità nel “sarcofago della burocrazia penitenziaria”. Aziz, Diego e altri compagni sono i carcerati che, strumentalmente, colgono l’occasione di alcune lezioni di recitazione teatrale, per godere di qualche “ora d’aria in più”. Tutti i protagonisti della pellicola sopravvivono come noi sopravviviamo. Tutti i protagonisti della pellicola si immaginavano, come anche noi abbiamo immaginato, una vita diversa. Ma qualcosa è andato storto; qualcosa manca. Manca una parte dell’anima, manca qualcosa di decisivo capace di rendere la vita di tutti, attori e pubblico, meritevole di essere vissuta. Insomma, capace di rendere la vita pienamente umana.

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di Bruno Perazzolo

Francesco Bacone (1561 – 1626) pensava che scienza e tecnica avrebbero dato all’uomo quel dominio sulla natura che una certa interpretazione della Genesi 1,26-28 aveva promesso senza che la corrispondente versione della religione ebraico – cristiana ci fosse mai riuscita per davvero. Malgrado le molteplici evidenze contrarie, questa filosofia resta a tutt’oggi ampiamente dominante. Soprattutto in occidente, l’élite borghese ha fatto delle promesse messianiche della tecnologia il proprio credo fondato sulla desacralizzazione del mondo e, pertanto, sulla sua riduzione a semplice risorsa. Un’ideologia, questa della classe dominante, difficilmente scalzabile poiché si alimenta dell’accumulazione di ricchezza e di potere che consente di fronteggiare i crescenti problemi che questa visione genera attraverso un’innovazione sempre più veloce, “profondamente sconvolgente” e apparentemente, almeno nell’immediato, risolutiva.
Discorso diverso vale per le classi subalterne …..

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di Bruno Perazzolo

Idealmente ed anche, in larga misura, storicamente, democrazia moderna e comunità si sono collocate agli antipodi. Il concetto puro di comunità poggia su una visione olistica della società i cui caratteri – l’ordine, la gerarchia (la disuguaglianza), l’appartenenza ad una tradizione (assenza di libertà) e, soprattutto, l’idea che l’umano non la si possa trovare tutto intero nell’individuo – stanno esattamente all’opposto dei valori fondativi della modernità e della democrazia.
Si spiega così come i democratici più consapevoli, di destra come di sinistra, abbiano sempre visto con sospetto i “ritorni di comunità” ….

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di Dario Nicoli

Il soggetto più rappresentativo dello strano tempo che stiamo vivendo è indubbiamente il “tipo individuale”, un’espressione che richiede però di essere approfondita per evitare di cadere in un grave equivoco di fondo.
Nel passato, infatti, si definiva “individuo” un soggetto dotato di una propria personalità, magari un po’ eccentrico. Era considerato tale il dandy – si pensi a Oscar Wilde – che attribuiva grande importanza all’eleganza ed ostentava fastidio per il modo di vita borghese; ………

L’individuo che affolla le attuali caotiche società del benessere è però molto diverso da quello descritto, anche se in cuor suo ritiene di continuare quelle antiche tradizioni.Continua

di Dario Nicoli

Si stanno diffondendo nelle aziende e nelle scuole i luoghi “protetti” dove gli studenti o i lavoratori possono ottenere uno stato di benessere specie quando si sentono stressati a causa di avvenimenti sgradevoli o vissuti come tali.

Molte aziende stanno dotandosi di un’area relax dove i dipendenti che vivono condizioni di forte stress possono trovare protezione e quindi rilassarsi ……

Nelle università americane cresce il numero degli addetti dedicati al benessere degli studenti, visto che uno su tre di questi dichiarano di vivere micro-aggressioni legate alle caratteristiche personali, etniche o culturali. Molte creano i Safe Spaces, ambienti nei quali sentirsi protetti dallo stress derivante da attacchi verbali, comportamentali e ambientali quotidiani, magari brevi e banali, non necessariamente intenzionali, che feriscono la persona o il gruppo preso di mira in quanto fatti oggetto di stigma da parte di altri.

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di Bruno Perazzolo

Povertà e nobiltà possono convivere se prevalgono l’essenziale, l’umiltà, la cura e il legame con ciò che ci sostiene. Youtie è un contadino povero tra i poveri, Guiying una donna con un forte handicap fisico e anche per questo, oltre all’estrema povertà, viene maltrattata dai suoi. Le due famiglie non sanno che farsene di questi due “scarti”, di queste icone della perfetta solitudine, e ne combinano il matrimonio. Inizia da qui una storia fatta di gentilezza, duro lavoro, caparbietà e sostegno reciproco che porterà la coppia ad una vita dignitosa e, probabilmente, anche felice. Un cammino comune di autentica emancipazione umana che verrà interrotto solo da un epilogo tragico volto a far uscire la pellicola dalla favola per ricondurla alla “spietata realtà”

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di Dario Nicoli

Il Covid, accanto ai drammi, ha anche portato qualche dono, uno dei quali indubbiamente è la pratica del camminare che ci ha fatto riscoprire il territorio in cui viviamo e ci ha affratellati alle tante generazioni che ci hanno preceduto, per le quali l’andare a piedi costituiva il principale mezzo di spostamento.Continua