di Bruno Perazzolo

Ci sono gesti che dicono più di intere biblioteche. Il 2 aprile è la giornata mondiale sulla consapevolezza dell’autismo e che cosa si inventa il nostro Presidente Mattarella? Una “pizzata” nel nuovo locale di Monza gestito da ragazzi autistici i quali, per parte loro, gli preparano la pizza della Costituzione. La chiamano “PIZZA ARTICOLO 1”. Enorme! Quanto significato in così pochi gesti. Altro che minimalismo.Continua

di Dario Nicoli

Può essere che la manifestazione del 9 ottobre della Cgil possa servire a rimettere al centro dell’attenzione generale il tema del lavoro, ma gli slogan ed i contenuti del discorso di Maurizio Landini suscitano qualche legittimo dubbio.
Quando il leader del primo sindacato italiano afferma che «in questi anni i governi e le opposizioni non hanno ascoltato le lavoratrici e i lavoratori, con scelte che sono andate nella direzione opposta. La condizione è peggiorata» non dice tutta la verità: infatti da due decenni vi è stata una successione continua di riforme riguardanti le politiche del lavoro, compresa quella più rilevante, Il Jobs Act del 2014, che ha introdotto un meccanismo a tutele crescenti per favorire le assunzioni e la regolarizzazione dei rapporti di lavoro verso il tempo indeterminato. Una norma contrastata per motivi pregiudiziali dallo stesso sindacato, le cui previsioni pessimistiche sono state però puntualmente smentite dai fatti.Continua

di Bruno Perazzolo

Film epocale, quindi, intramontabile! Dimostra, posto che ce ne fosse ancora bisogno, che l’arte dispone di una capacità di sintesi del reale superiore al pensiero razionale. Gli anni ’60 hanno rappresentato, nel bene o nel male, una svolta profonda in tutto l’occidente democratico. Per questa ragione meriterebbero un approfondimento ulteriore che, ad oltre mezzo secolo di distanza, potrebbe anche risultare meno fazioso è più gravido di insegnamenti di assoluta attualità. Nel nostro paese, gli anni ’60, hanno poi assunto una declinazione specifica: più che altrove, studenti e operai hanno cercato l’unità nel segno dell’opposizione allo “sfruttamento capitalistico”. Il grande merito “storico e filosofico” del film è stato ed è quello di aver reso manifesta la “spaccatura insanabile” che si nascondeva sotto la superficie di un’apparente unità …. Continua

di Dario Nicoli

La necessità impellente di riscoprire e ridare dignità al lavoro manuale per favorire l’occupazione e la crescita dell’Italia: è stato questo il fulcro del seminario “Pensare con le mani” che su iniziativa della senatrice Paola Binetti e con il fattivo coinvolgimento di CNOS-FAP (Centro Nazionale Opere Salesiane – Formazione Aggiornamento Professionale) e del centro di formazione ELIS, si è svolto il 21 giugno a Roma nella sede di rappresentanza del Senato di Palazzo Giustiniani.
Il seminario “Pensare con le mani” ha affrontato in modo approfondito e concreto i temi della formazione adeguata al lavoro, di quali mestieri sono attuali e richiesti per evitare il protrarsi dell’attuale situazione di mismatch tra le qualifiche professionali richieste dalle aziende, e l’effettiva qualifica di quanti sono attualmente inoccupati, con l’obiettivo di raggiungere un’occupazione piena e qualificata.
Ecco il testo del manifesto che ha visto l’adesione di oltre 90 aziende.Continua

di Bruno Perazzolo e Emanuela Gervasini

Un film da vedere per chi vuole disporre di qualche spunto di riflessione in più sulla crisi delle democrazie e dell’idea di Europa, ma anche, per esempio, sulle elezioni presidenziali francesi. La protagonista Marianne, scrittrice stanca di sentir parlare in astratto di crisi, disoccupazione ecc., vuole conoscere da vicino la nuova “condizione operaia”. Decide, pertanto, di assumere, sotto mentite spoglie, la parte di una persona appena separata in cerca di un salario che possa fornirle indipendenza economica e, possibilmente, l’opportunità di rifarsi una vita. Si presenta quindi ad un “Pôle d’emploi”, un Centro per l’Impiego francese, da dove ha inizio una “durissima discesa” nell’abisso del lavoro precario, flessibile e globalizzato degli invisibili.

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Contributo di Luca Cadili

Nella lingua greca antica la parola dēmiourgòs (dēmiūrgòs) indicava tutti coloro che lavoravano per il popolo, o, più esattamente, tutti coloro che con l’opera delle loro mani venivano incontro ai bisogni dei propri concittadini. Nell’Atene del quinto secolo avanti Cristo i dēmiourgòi costituivano una classe eterogenea che assumeva una propria identità solo allorché essa veniva contrapposta a quella, più definita ed omogenea, dei lavoratori della terra, contadini liberi e braccianti. Dēmiourgòs era infatti chiamato il vasaio, il posatore di pietre ed anche chi abbelliva queste ultime con un’iscrizione o con delle figure in rilievo; dēmiourgòi furono inoltre quei maestri d’ascia che costruirono le veloci navi che sconfissero la flotta dei Persiani a Salamina, le triremi di Temistocle.Continua

A proposito del rapporto tra sviluppo economico (creazione di valore) e riforme della Pubblica Amministrazione, della Giustizia e dell’intervento regolativo dello Stato in economia (cosiddette semplificazioni).

“Evviva il marcato – Evviva lo Stato!”, sembra la tipica affermazione keynesiana, ma intende essere qualcosa di diverso. Nel modello keynesiano l’intervento dello Stato è inteso come “rimedio ai fallimenti del marcato”. Anche i testi scolastici, in genere, affrontano il tema dei rapporti Stato – Mercato nella stessa maniera; come se Stato e Mercato potessero esistere separatamente. In altre parole esiste qualcosa che si chiama Mercato che però non è capace, da solo, di fare alcune cose. Ecco, dunque, che interviene lo Stato che rende possibile il funzionamento ottimale del Mercato. In definitiva, questo modo di ragionare ha radici profonde che rimandano, penso, all’opposizione Stato di Natura versus Società Civile. Il problema è che lo Stato di natura non ha nulla a che spartire con il Mercato come lo intendevano gli economisti classici.Continua

Dall’etica dell’emancipazione all’etica dell’impegno

L’art. 1 c. 1 Cost. recita:

“l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro”.

L’art. 4, in materia di lavoro, è una vera eccellenza:

“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”

A fronte di tanta chiarezza sorge, d’istinto, un interrogativo: imboccando quale piano inclinato siamo potuti “scivolare” da un livello tanto alto alla mediocrità del reddito di cittadinanza? Continua

Una delle questioni più urgenti che occorre affrontare per il rilancio dell’occupazione a seguito della crisi generata dal blocco di una parte rilevante dell’economia, consiste nel superamento delle problematiche di disallineamento tra domanda ed offerta di lavoro, con speciale attenzione ai giovani. Le statistiche ci dicono infatti che – alContinua