di Dario Nicoli

Mentre i tempi della Brexit e del patto di Visegrad sembrano lontanissimi a causa dell’accelerazione della storia provocata dalla risposta europea alla pandemia ed all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il terreno dello scontro politico e culturale dell’Unione europea si è spostato sulle elezioni presidenziali in Francia. La scelta tra Macron e Le Pen sembrerebbe riproporre lo stesso copione del passato, ma la realtà è ben diversa: la posta in gioco non consiste più nella critica sovranista alla “sovrastruttura” europea a favore degli stati nazionali, ma in una difesa attiva dei valori della democrazia e della libertà contro le autarchie nazionaliste e la loro visione del mondo.Continua

di Bruno Perazzolo e Emanuela Gervasini

A ridosso dell’imminente ballottaggio nelle elezioni presidenziali francesi, ripeschiamo questo libro recensito solo qualche mese fa la cui lettura, pensiamo, possa offrire qualche elemento di riflessione in più su quanto sta accadendo in Francia e non solo. Continua

di Bruno Perazzolo

Alcuni fatti: i movimenti che approdano alla Cancel Culture sostengono, di norma, il multiculturalismo e il valore delle differenze, in genere tratti fondamentali dei progressisti e della sinistra. Vengono però, malgrado il loro profilo culturale formalmente aperto, spesso additati come bigotti e intolleranti. Per contro, coloro che si oppongono, accusando gli epigoni della Cancel Culture di intolleranza e bigottismo, manifestano spesso simpatie per sistemi politici illiberali e autoritari. Al riguardo l’ultimo, eclatante episodio, al limite del grottesco, è stato quello della “scesa in campo” di Putin contro Cancel Culture a sostegno della “libera manifestazione del pensiero” dell’autrice di Harry Potter, J.K. Rowling.
Come spiegare questi fenomeni che i filosofi, penso, ricondurrebbero al termine “aporia”, ovvero a un’evidente difficoltà del pensiero?Continua

di Bruno Perazzolo e Emanuela Gervasini

Un film che, a tutta prima, può sembrare scontato. Il classico incontro tra “primitivi animisti – buddhisti”, e un “civilizzato” che poi passa dalla loro parte: dalla parte dei “dimenticati dalla storia”. Un racconto, simil “Balla con i lupi”, già visto tante volte. Ma allora come spiegare l’emozione e il rinnovato apprezzamento dello spettatore medio per un tale déjà-vu? Certo la regia è ottima, la fotografia e i paesaggi Himalayani del Bhutan sono affascinanti, ma tutto ciò non basta a giustificare un giudizio positivo che resterebbe comunque troppo elevato. Per colmare la differenza credo possano venirci in soccorso una somma di paradossi assolutamente plausibili e, nel contesto in questione, affatto originali. In primis la conversione di un maestro (che forse, nella sua vita precedente, era uno Yak, l’animale totemico del villaggio) che, chiamato ad insegnare, apprende (come dovrebbe pressappoco accadere in ogni autentico rapporto docente / discente)  molto più dei suoi allievi. In secondo luogo la dialettica del “Salvatore – Salvato”.
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di Bruno Perazzolo, Lorella Poletti, Dario Cazzolaro

Regia di Aleem Khan. Genere Drammatico – Gran Bretagna, 2020, durata 89 minuti. Opera di notevolissimo spessore, racconta una storia di vita che viene riportata sullo schermo con straordinario equilibrio …… Mary, il personaggio principale, scopre la doppia vita del marito, Ahmed, immediatamente dopo la sua morte …Continua

di Dario Nicoli

Meritano davvero di essere visti gli otto episodi della serie creata da Matt Manfredi e Phil Hay per Disney+ basata sull’omonimo romanzo per ragazzi scritto da Trenton Lee Stewart.
È una moderna epopea in cui si narrano le gesta eroiche di quattro ragazzi e quattro adulti, più una insegnante che si aggiunge lungo la vicenda, in un drammatico combattimento contro l’ “Emergenza”, un’oscura e potente organizzazione dedita alla conquista del mondo tramite un apparato psicotecnico in grado di provocare a livello planetario il totale condizionamento dei pensieri e dei comportamenti.
La trama è molto avvincente e dotata di quella profondità e coerenza interna che ritroviamo solo in film tratti da libri di veri scrittori. I quattro adulti sanno che non possono portare a termine da soli la lotta, ma hanno assoluto bisogno dei quattro ragazzi – stranamente tutti orfani – reclutati a seguito di una rigorosissima selezione alla ricerca della genialità. Questo è il messaggio centrale che ricorda sia la saga di Harry Potter sia il Signore degli anelli anche se, in quest’ultima, non si tratta di bambini, ma di mezzuomini. Nel nostro caso, il motivo sta sia nel fatto che il “male” non si aspetta di essere attaccato da bambini sia nei talenti indispensabili per contrastare un potere che pare inattaccabile, ma che apparirà vulnerabile alla creatività, al coraggio, all’unione di questo gruppetto di piccoli eroi in grado di sferrare attacchi multipli e imprevedibili.Continua

Dalla “Lega Giovani dei Laghi” riceviamo questo interessante e impegnativo contributo sul tema della comunità che pubblichiamo volentieri

di Alessandro V.

Digitalizzazione della società, gigantismo politico ed economico delle organizzazioni sovranazionali e delle grandi multinazionali, flusso incessante delle informazioni sulle reti telematiche e fine di tutti quei “grandi racconti” che avevano irrorato le grandi ideologie del Novecento le quali, secondo l’interpretazione di Augusto del Noce, rappresentavano la fase sacrale della secolarizzazione: ecco un breve biglietto da visita del Terzo Millennio.
Il soggetto storico della post-modernità – così viene definita l’epoca attuale, a partire da La condizione post-moderna, un saggio risalente al 1979 – è l’individuo atomizzato, estremizzazione dell’individualismo liberale: errante, sciolto dai legami sociali e politici, senza identità e senza Stato.

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Di Bruno Perazzolo e Emanuela Gervasini

Tra i vari episodi della serie televisiva #Generazione Bellezza, su Rai Tre (l’episodio si può vedere su Rai Play: Generazione Bellezza: puntata del 26 – 12 – ’21), tutti incredibilmente affascinanti, quello intitolato “Il Sogno di una Comunità”, ci ha fatto venire in mente che, forse, a differenza di quanto sostengono molti filosofi della modernità e della postmodernità, “DIO NON È MORTO PER DAVVERO”……..
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di Bruno Perazzolo, Emanuela Gervasini e Gabriella Morello

Regia di Adam McKay, con Timothée Chalamet, Leonardo DiCaprio, Melanie Lynskey, Jennifer Lawrence, Cate Blanchett. Genere Commedia, USA, 2021, durata 145 minuti. Il film, che certamente consigliamo, è stato prodotto in chiave caricaturale – grottesca. La regia ricorda, per certi aspetti, lo stile di  Quentin Tarantino. I personaggi sono spesso stilizzati, la rappresentazione simbolica è ostentata, a volte puramente cinematografica, ma, proprio per questo, idonea ad orientare l’occhio dello spettatore su alcuni aspetti salienti di un sistema democratico giunto al limite del collasso. Incapace, non solo di visione del futuro, della più elementare lungimiranza, MA PERSINO INADATTO A COGLIERE L’ARRIVO DI UN ASTEROIDE, “OGGETTIVAMENTE” BEN VISIBILE, CHE PRESTO DISTRUGGERÀ L’INTERO PIANETA.Continua