Alice Chirico e Andrea Gaggioli ci accompagnano in un viaggio alla scoperta dell’importanza di riconoscere e vivere esperienze di profonda meraviglia. Quando ci accorgiamo di aver incontrato qualcosa di molto più grande, importante e potente di noi, il tempo sembra fermarsi e ci sentiamo come sospesi in un “momento diContinua

di Bruno Perazzolo, Emanuela Gervasini e Gabriella Morello

Regia di Adam McKay, con Timothée Chalamet, Leonardo DiCaprio, Melanie Lynskey, Jennifer Lawrence, Cate Blanchett. Genere Commedia, USA, 2021, durata 145 minuti. Il film, che certamente consigliamo, è stato prodotto in chiave caricaturale – grottesca. La regia ricorda, per certi aspetti, lo stile di  Quentin Tarantino. I personaggi sono spesso stilizzati, la rappresentazione simbolica è ostentata, a volte puramente cinematografica, ma, proprio per questo, idonea ad orientare l’occhio dello spettatore su alcuni aspetti salienti di un sistema democratico giunto al limite del collasso. Incapace, non solo di visione del futuro, della più elementare lungimiranza, MA PERSINO INADATTO A COGLIERE L’ARRIVO DI UN ASTEROIDE, “OGGETTIVAMENTE” BEN VISIBILE, CHE PRESTO DISTRUGGERÀ L’INTERO PIANETA.Continua

di Bruno Perazzolo e Emanuela Gervasini

Regia di Sydney Sibilia, Italia, 2020. Tratto da una storia vera che rappresenta un’”icona” del ’68 italiano nella sua versione più universale: quella giovanile e libertaria. Un film che consigliamo vivamente, lo si può vedere in streaming su Netflix. A tratti comico, al limite del grottesco, illustra bene un momento cruciale della storia del costume delle democrazie occidentali in generale e di quella del nostro paese in particolare, nella seconda metà del ‘900. Continua

di Bruno Perazzolo e Emanuela Gervasini

Regia di Roman Polanski, drammatico, durata 79 minuti, del 2011. Il film, che consigliamo vivamente, si basa sull’opera teatrale “Il dio del massacro” della drammaturga e scrittrice francese Yasmina Reza. La pellicola mette in scena un panorama di personaggi che ben riflette la complessità culturale con cui ci stiamo tutti, necessariamente, confrontando. Ad un estremo il “politicamente corretto”, impersonato da Jodie Foster (Penelope), che vorrebbe, partendo da una sorta di “igiene linguistica”, innalzare tutto, istituire un uomo nuovo in un mondo progressivamente sottratto alla barbarie. All’altro estremo, la posizione cinica, hobbesiana – “homo omini lupus” – impersonata da uno smagliante Christoph Waltz (Alan nel film), totalmente sfiducioso del progresso e ancora di più della possibilità di civilizzare l’umanità.
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di Daniela Mario

Il dilemma di Antigone non è mai stato così attuale come al tempo della pandemia da Covid: la scelta tra due valori fondanti la società civile: le ragioni dello Stato di mantenere l’ordine e la salvaguardia della vita, e le ragioni della libertà di scelta individuale.
Il rapporto tra autorità e libertà è da sempre una questione molto complessa (ne sanno qualcosa anche gli adolescenti), una questione che agita gli animi alla ricerca di un’integrazione che oggi appare sempre più inconciliabile.
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di Dario Nicoli

Se guardiamo alle reazioni dei movimenti ecologisti, la conferenza di Glasgow sul clima è stata un insuccesso in quanto Cina e India hanno imposto all’ultimo momento di sostituire l’eliminazione dell’uso del carbone con una più generica riduzione, ed anche per la mancata approvazione di un meccanismo di risarcimento dei danni provocati dai paesi che contribuiscono maggiormente all’innalzamento del clima. Ma se confrontiamo la Cop26 con le precedenti conferenze, emergono diversi risultati positivi.Continua

Oramai l’opinione è pressoché unanime: il tradizionale binomio lezioni – verifiche non funziona o, almeno, non funziona per la maggior parte degli studenti. Parlano chiaro i dati INVALSI, OCSE PISA e quelli relativi alla dispersione scolastica sia formale sia sostanziale forniti, per esempio, dalla percentuale abnorme dei giovani cosiddetti NEET, cioè che non studiano e che un lavoro neppure lo cercano.Continua

Contributo di Luca Cadili

Nella lingua greca antica la parola dēmiourgòs (dēmiūrgòs) indicava tutti coloro che lavoravano per il popolo, o, più esattamente, tutti coloro che con l’opera delle loro mani venivano incontro ai bisogni dei propri concittadini. Nell’Atene del quinto secolo avanti Cristo i dēmiourgòi costituivano una classe eterogenea che assumeva una propria identità solo allorché essa veniva contrapposta a quella, più definita ed omogenea, dei lavoratori della terra, contadini liberi e braccianti. Dēmiourgòs era infatti chiamato il vasaio, il posatore di pietre ed anche chi abbelliva queste ultime con un’iscrizione o con delle figure in rilievo; dēmiourgòi furono inoltre quei maestri d’ascia che costruirono le veloci navi che sconfissero la flotta dei Persiani a Salamina, le triremi di Temistocle.Continua

Contributo di Daniela Mario

COSA SERVE OGGI ALLA SCUOLA? Problema annoso, quanto ostico, ma nello stesso tempo intrigante, perché ci permette di continuare a ricercare il modo migliore per arricchirci, docenti e studenti.
Ascoltando le interviste degli studenti, a poca distanza dalla conseguita maturità in tempo di Covid, sono rimasta molto colpita dal livello di buon senso e lungimiranza delle loro risposte. Il fatto che siano riusciti a identificare, in poche frasi, quello che per me rappresenta la base della formazione, è stata l’ennesima conferma di quello che penso da tempo e cioè: per capire cosa è meglio fare a scuola, occorre ascoltare i ragazzi.Continua