di Dario Nicoli

E’ stato da poco reso pubblico un manifesto sottoscritto da oltre 150 ricercatori delle facoltà economiche, che propongono in cinque punti un nuovo modo di pensare il rapporto tra la loro scienza e la realtà, basato su un importante principio etico: perseguire una creazione di valore che rispetti le leggi di natura, in primo luogo l’imperativo categorico della salvaguardia della specie, quello proposto di Hans Jonas, il filosofo tedesco considerato uno dei fondatori del pensiero ecologico.

Il manifesto riconosce la perdita del valore delle teorie economiche che pure hanno portato alle conquiste del passato, in quanto rischiano di diventare ostacoli alla comprensione dei problemi e delle opportunità del presenteContinua

di Bruno Perazzolo

Ho letto il saggio breve “Altre Intelligenze” scritto chiaramente e sicuramente utile per chi desiderasse comprendere, in modo non superficiale, l’attualità dell’IA (Intelligenza Artificiale) e le relative problematiche. Daniela Mario ne espone molto bene le maggiori preoccupazioni, i limiti assoluti (l’IA non potrà mai corrispondere all’intelligenza umana perché …..) o relativi (per ora l’IA non corrisponde all’intelligenza umana, ma in futuro ….), gli interessi e gli auspici. Tutte questioni che fanno da sfondo al grande tema dell’IA che, a ragione, può essere definita la punta di diamante del mito prometeico che regge l’intera impresa scientifica e la modernità che, con essa, in larga misura, si identifica. Un mito ben riassunto nel titolo del libro di Y.N. Harari “Sapiens, Da animali e dèi”, ma anche, ad esempio, nel saggio, meno noto, ma non per questo meno interessante, di quasi mezzo secolo fa, di J.  Goodfield, “Giocare alla Divinità”, Feltrinelli 1981. Per quanto gli scienziati, di norma, tendano a non farne parola, queste opere evidenziano bene come anche le loro imprese abbiano un fondamento ideologico. Continua

A proposito di interclassismo, recentemente menzionato nell’articolo di commento alle esternazioni del Ministro Lollobrigida, riceviamo dall’amico Alessandro e pubblichiamo volentieri un suo articolo scritto in occasione dello scorso primo maggio.

di Alessandro M.

Il Primo Maggio, quest’anno più che mai, deve rappresentare un momento di svolta nella coscienza dei Lavoratori di qualunque categoria sociale e mostrare, in modo forte e chiaro, che questa ricorrenza non è, e/o non deve essere, una celebrazione di parte, della sinistra o dei soli operai. Il primo maggio deve essere l’occasione per ricordare e celebrare il lavoro, come recita l’articolo 1 della nostra Costituzione, come valore comune su cui si fonda il rispetto reciproco dei cittadini e la nostra stessa democrazia.Continua

di Bruno Perazzolo

La critica lo ha piuttosto snobbato, il pubblico gli ha dato pieni voti anche se non si tratta, almeno sino ad oggi, del “grande pubblico”, bensì, presumo, di un pubblico piuttosto attento e affatto “conservatore”. Per molti versi il film – opera prima scritta e diretta da Alessandro Marzullo, realizzata con scarsissimi mezzi nel circuito del cinema indipendente – richiama i racconti dei fratelli Dardenne: “In fondo al tunnel delle tragedie e/o miserie umane, quasi fosse un miracolo, alla fine una luce si accende sempre”. L’opera di Marzullo però va più nel dettaglio offrendo, intenzionalmente, uno spaccato particolare della generazione Y andando a pescare i protagonisti da contesti urbani periferici.
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di Bruno Perazzolo

Halim è uno degli ultimi Maleem, maestri sarti. Mina, sua moglie, insieme al marito Halim, manda orgogliosamente avanti un negozio di alto artigianato. Un’attività che – se non fosse per la miracolosa comparsa in scena del giovane apprendista Youssef, nel contesto di una cultura che lascia intravvedere qua e là brandelli di modernità – pareva avere ben poche speranze di sopravvivenza. La bottega è il luogo dove un’antica arte tradizionale, quella della fabbricazione di caftani, si tramanda di generazione in generazione nell’ottica della bellezza e della perfezione cercando di concedere il meno possibile ai capricci del consumatore. Oltre la serranda del negozio, che si apre e si chiude, un’altra scena domina il filmContinua

© COPYRIGHT Illustrazione di Raffaella Cocchi per BRAINFACTOR Tutti i diritti riservati.

di Daniela Mario

Ho letto con interesse i contributi di Dario e di Bruno sulla questione che attualmente appassiona o preoccupa molti, e cioè il complesso rapporto che lega l’intelligenza artificiale (che usiamo già tutti in abbondanza) e l’intelligenza umana. In particolare ci stiamo chiedendo se quest’ultima potrà continuare a dominare il mondo indisturbata come ha fatto finora, pensando che tutto sia stato messo lì a suo uso e consumo, o se subirà un arresto a causa  dell’espansione vertiginosa dell’intelligenza artificiale…..
Ho scritto recentemente un saggio per Brainfoctor su questo argomentoContinua

Lo scorso incontro del 23 giugno ci siamo lasciati con l’impegno di ritrovarci, a settembre, per un ulteriore approfondimento della tensione esistente tra libertà e comunità e, di rimando, tra democrazia e comunità.

Comunità e democrazia: verso una nuova sintesi?

Seguirà la presentazione del prossimo incontro – intervista incentrato sulle nuove municipalità e il welfare responsabile: rapporti tra istituzioni locali e la cittadinanza attiva

Venerdì, 22 settembre a partire dalle 17.30 e sino alle 19.00, sul canale Telegram di PensarBene.
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di Bruno Perazzolo

Tulgaa vive in città. È direttore di un albergo 5 stelle. Ha una relazione con una donna che ha già un figlio e che, insieme alla città appena accennata, fanno da sfondo all’intero racconto senza mai comparire sulla scena. Una telefonata inaspettata avvisa Tulgaa che il padre adottivo sta morendo……..
Il film, cha a tutta prima sembra voler culminare in una bella favola a lieto fine, improvvisamente prende la piega tragica.Continua

di Cesare Trematore

Il successo della specie umana è in gran parte dovuto alla notevole capacità di collaborazione, che supera quella degli altri mammiferi. Gli esseri umani sono in grado di creare obiettivi comuni, provare empatia per gli altri, creare miti condivisi e sviluppare un senso di appartenenza che sono la base della socializzazione. Il  senso di appartenenza e identificazione è una necessità per l’uomo e sono fattori necessari   per l’autostima. Più forte sono questi fattori più l’autostima cresce mentre la mancanza di tali fattori può portare a una diminuzione dell’autostima…….
Questo processo ha innescato l’identificazione con un gruppo, nonché la divisione tra “noi” e i “non noi”. È emerso che ogni individuo si comportava in modo più generoso nei confronti dei membri del proprio gruppo rispetto a quelli dell’altro gruppo.
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Sticky

di Dario Nicoli

Che cosa succede quando un popolo intero pensa male? Quando siamo tutti assorbiti dal clima di critica e di rabbia che si respira in giro? Succede che questo popolo è sintonizzato su ciò che non va, che vive come se all’improvviso dovesse capitare un disastro. Ciò alimenta uno stato d’animo di sospetto e di amarezza, rende inerti le forze positive provocando un atteggiamento di difesa piuttosto che di impegno per il miglioramento delle cose. Fate una prova: sostenere qualcosa di positivo sui social, per esempio che la povertà estrema nel mondo è in continuo calo dal 1820 agli anni più recenti: verrete subito attaccati da una torma di militanti del “pensar male”. Continua