di Dario Nicoli

La grande mobilitazione del neo comunitarismo va vista come un tentativo di risposta immediata alla solitudine che caratterizza il tempo nuovo; essa offre a chi abita nel territorio occasioni di appartenenza e di vita in comune, ma queste esperienze consentono, innanzitutto nel linguaggio, un riconoscimento ed una consolazione verso quello smarrimento esistenziale di chi afferma, come dice Vasco Rossi, “ora qui…siamo soli…siamo soli…siamo soli…siamo soli…”?

Occorre che nelle esperienze neocomunitarie accada un salto di qualità che vada oltre la dinamica della risposta ai bisogni, per cogliere nell’anima quella perdita dell’incanto che è accaduta con la modernità e la deificazione dell’uomo e della ragione, e che ha portato allo strapotere della tecnica ed allo smarrimento dell’io.

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di Dario Nicoli

Per cercare di comprendere se il territorio stia diventando una nuova comunità, nell’incontro di Pinerolo del 7 novembre scorso abbiamo riunito cinque mondi: il Comune, la Scuola, l’Economia, le Chiese e la Comunicazione per comprendere se sono attive forze che, pur essendo minoranza, vedono con chiarezza il nuovo tessuto dei bisogni della popolazione e giocano le proprie risorse nella direzione neo-comunitaria.

Provo a riassumere in tre punti ciò che è emerso dall’interessante e sorprendente incontro.Continua

di Bruno Perazzolo

Una commedia ben riuscita, con il tradizionale lieto fine ambiguo, ma non troppo. Avel, il protagonista, che ancora non ha superato il lutto per la prematura scomparsa della moglie, si ritrova la caricatura di una madre “romantica”, Sylvie, che, passando da un innamoramento all’altro, si relaziona con il figlio Avel più come amica se non addirittura come una figlia.

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di Dario Nicoli

L’area dei paesi ad antica democrazia è caratterizzata dal desiderio di rimozione della propria storia, i suoi drammi e la sua epica. E ciò allo scopo di affermare un tipo di libertà fondata sul “rapporto a sé”, svincolato dai legami con qualsiasi appartenenza collettiva: la nazione, la comunità ed anche famiglia. Ma un individuo che considera il benessere come un diritto, esageratamente sensibile al suo star bene, che pratica lo slegame con tutto ciò che risulta “sgradevole”, senza padri né maestri, finisce per trovarsi in una condizione di solitudine esistenziale mai provata dalle popolazioni delle epoche precedenti.

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