Bruno Perazzolo

Ci sono articoli che ti toccano in profondità e ti obbligano a riflettere. Questo, di Dario Nicoli, è uno di quegli articoli. Il giorno successivo alla lettura di “Papa Leone XIV e la speranza credibile”, come in genere mi succede, mi è venuto in mente il mito della Torre di Babele. Dovremmo dedicare più attenzione ai miti. Essi contengono metafore potenti e una saggezza capace di attraversare ogni epoca restando sempre, perfettamente, eguale a sé stessa. La prova? Il mito della Torre di Babele si trova nell’Antico Testamento e, precisamente, nel libro della Genesi, capitolo 11, versetti 1-9 della Bibbia risalente al VI – V sec. a.C. Però, malgrado la sua veneranda età, descrive alla perfezione la nostra epoca e la nostra attuale condizione. Quella dell’Occidente moderno rappresenta, infatti, il “tipo ideale” di una cultura che, nella sua versione egemone, ovvero nella sua versione liberale, si è consegnata integralmente all’impresa ingegneristica di costruire una società senza Dio.

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di Bruno Perazzolo

Milan Kundera è uno scrittore Ceco, classe 1929, tuttora vivente. Iscritto al partito comunista quand’era ancora studente, ne fu definitivamente espulso nel 1970 per il suo sostegno alla “Primavera di Praga”. Emigrato in Francia ha insegnato nelle università di Rennes e di Parigi. Poeta, scrittore di testi teatrali, racconti e romanzi, tra i quali va ricordato il grande successo dell’”Insostenibile leggerezza dell’essere”, è stato un punto di riferimento importante per la cultura europea in generale e, in particolare, per quella cecoslovacca negli ultimi decenni del ‘900.

Il libro è stato oggetto di due interessantissimi interventi, che consiglio vivamente: quello del politologo Jacques Rupnik e quello di Ezio Mauro intervistati nella seconda parte (dal quarantanovesimo minuto del video) della puntata di RAI 3 “Mezz’ora in più”, condotta da Lucia Annunziata, il 15 maggio ’22.

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Cosa abbiamo capito sull’Afghanistan? Selezionando al massimo il profluvio di parole spese su questo tema, di importante rimane quanto detto dal Papa e dal Presidente della Repubblica. Papa Francesco ha dichiarato che «un modello troppo occidentale di democrazia è stato esportato in Paesi come l’Iraq, dove un governo forte esisteva già in precedenza. Oppure in Libia, dove esiste una struttura tribale. Non possiamo andare avanti senza prendere in considerazione queste culture». Il Presidente Sergio Mattarella nel messaggio del 12 scorso ai partecipanti al G20 Interfaith Forum 2021 ha sostenuto che «l’idea di riunire studiosi, rappresentanti delle diverse fedi ed esponenti della società civile in uno specifico momento dedicato alla dimensione spirituale, costituisce una scelta lungimirante, particolarmente in una congiuntura in cui si ripresentano tentazioni di utilizzare le espressioni religiose come elemento di scontro anziché di dialogo. La consapevolezza di come il fattore religioso sia elemento importante nella costruzione di una società internazionale più giusta, rispettosa della dignità di ogni donna e di ogni uomo, si va sempre più radicando».
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Dopo alcuni anni di sbandamento sia di là che di qua dall’Atlantico, con l’Italia in veste di partner pericolante, nel G7 della Cornovaglia i paesi democratici hanno dato un segnale di vitalità nelle parole come nei simboli. Si è ricostituito il blocco delle democrazie, è stato individuato con chiarezza l’avversario nelle potenze autocratiche e nei regimi dittatoriali sparsi nel mondo, sono stati messi in chiaro i valori di questa alleanza e si sono infine prefigurati gli strumenti di intervento.Continua