di Dario Nicoli

Giustamente Bruno Perazzolo, al centro dell’articolo “Bisogno di comunità. La convivenza democratica è un tavolo che si regge su tre gambe, pone la convinzione che la comunità è la dimensione nella quale l’individuo si fa persona, e che il paese / borgo è il «luogo in cui donare, paradossalmente, ti fa sentire più ricco e più vivo». In questo articolo aggiungo qualche richiamo a ciò che ci hanno donato le associazioni di Biandronno nell’incontro del 19 aprile scorso.

  • Il post pandemia. Le associazioni hanno dovuto fare i conti con la pandemia, oltre due anni di distanziamento che hanno impedito in molti casi ai volontari la partecipazione diretta, non consentendo di svolgere le attività di promozione e di formazione che avvicinano nuove leve. La fine dell’emergenza ha visto una ripresa di vitalità, ma ciò non vale per tutte le associazioni.
  • La novità dei social media. Con la diffusione di uno stile di vita molto indaffarato, risulta difficile avvicinare i cittadini tramite il contatto personale, così come si è sempre fatto: occorre parlare loro per mezzo dei social. Ciò richiede una competenza comunicativa e tecnologica che molti non hanno, mentre risulta improponibile per motivi economici avvalersi di specialisti. A ciò si deve aggiungere il tono impersonale di un messaggio che per sua natura necessita di un vero incontro faccia-a-faccia. 
  • Il rapporto con le regole istituzionali. Le recenti norme sul Terzo settore, pur perseguendo finalità condivisibili di trasparenza, competenza e continuità, stanno nuocendo fortemente specie alle piccole associazioni in quanto impongono una gestione amministrativa e fiscale piuttosto onerosa, insostenibile per realtà che operano con molta dedizione personale e pochissimo denaro.
  • La collaborazione tra comuni limitrofi, come nel caso del Centro sociale anziani che collabora con l’associazione di Ternate, ma anche altri.  È questo un segnale importante della diffusione di un tipo di legame con il proprio paese come comunità aperta capace di collaborazione con chi svolge un servizio simile, molto diverso dal campanilismo centrato su di sé proprio di un certo passato.
  • Importanza dello sguardo dal di fuori: alcuni interventi hanno sottolineato l’importanza del punto di vista di chi viene da fuori, oppure ritorna dopo diversi anni rendendosi conto «di quanto Biandronno sia bello». Spesso chi vive da sempre nel territorio dà per scontato le bellezze che lo caratterizzano come l’Isola Virginia, il più antico e importante abitato preistorico palafitticolo dell’Arco Alpino, luogo del cuore FAI, inserito nel Patrimonio Mondiale UNESCO.
  • I campi scuola per i giovani. L’Associazione Alpini sta pensando di realizzare, in accordo con sezioni vicine, un campo scuola simile agli altri 13 già presenti in Italia, dove ragazzi dai 16 ai 25 anni possono vivere per 15 giorni in condivisione per imparare la vita all’aperto, conoscere la natura, acquisire competenze nelle specialità della Protezione Civile dell’ANA tramite attività in aula e pratica sul campo. Sono iniziative che hanno riscosso un grande successo in quanto contribuiscono alla formazione di una personalità solida, capace di autonomia entro un legame di compagnia.
  • «Lo facciamo per noi stessi». Tutti gli intervenuti hanno dichiarato che il dono agli altri ed alla comunità contribuisce a conferire senso e profondità alla propria esistenza. Quando ci si rivolge a persone che soffrono, la gratificazione è diretta ed esplicita, ma ciò vale anche per le associazioni sportive, culturali e della protezione civile. Per fare un buon volontario non basta però il desiderio di riconoscenza, in quanto è necessario che ogni nuovo aderente comprenda per quale servizio è più portato ed impari a gestirlo con competenza in sintonia e cooperazione con gli altri.

«Le associazioni di volontariato tengono vivo il paese»: è la frase finale del Sindaco, che aggiunge inoltre «un Comune vive di questo». Il dono è un bene dell’anima, qualcosa che ci è assolutamente necessario come l’aria che respiriamo. Simone Weil sostiene che «ad ogni essere umano occorrono radici multiple. Ha bisogno di ricevere quasi tutta la sua vita morale, intellettuale, spirituale tramite gli ambienti cui appartiene naturalmente». Solo i bisogni sono nostri, mentre i doni ci sono stati dati gratuitamente. Perseguire l’umano significa imparare ad essere riconoscenti restituendo agli altri ciò che abbiamo a nostra volta ricevuto con la nostra nascita.

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