di Bruno Perazzolo

“Una crisi ci costringe a tornare alle domande; esige da noi risposte nuove o vecchie, purché scaturite da un esame diretto; si trasforma in una catastrofe solo quando noi cerchiamo di farvi fronte con giudizi preconcetti, ossia pregiudizi, aggravando così la crisi e per di più rinunciando a vivere quell’esperienza della realtà, a utilizzare quell’occasione per riflettere, che la crisi stessa costituisce” (Hannah Arendt, Tra passato e futuro, Milano, Garzanti 1991). Dovendo presentare le sei clip introduttive all’opera di Lasch “La ribellione delle élite – il tradimento della democrazia”, non ho potuto fare a meno di menzionare, per l’ennesima volta, le citatissime frasi di Hannah Arendt. La tragedia della guerra in Ucraina, infatti, obbliga, chiunque abbia a cuore la democrazia e la migliore tradizione occidentale, a tornare alle domande fondamentali sui nostri valori alla ricerca di nuove risposte volte a contrastarne l’evidente declino. Una volta rimossa ogni ambiguità riguardo all’attuale necessità di sostenere in tutti i modi la resistenza del popolo ucraino e di condannare nel maniera più assoluta l’aggressione dell’esercito russo, nella speranza che tutto ciò possa condurre ad una vera pace, sarebbe quanto mai disgraziatamente miope misconoscere le nostre colpe e le nostre debolezze.   

Viene da questa sentita esigenza, il proposito della nostra associazione “PensarBene”, di offrire – a tutte le persone seriamente interessate alla conservazione del nostro stile di vita, incentrato sul sostanziale riconoscimento dei diritti della persona – quello spazio di approfondita riflessione sul nostro malessere cui la Arendt ci richiama con tanta forza.

Viene sempre da qui la scelta del testo di C. Lasch come primo incipit al grande tema dei “fattori della crisi della democrazia”. Il valore di questo autore, infatti, sta nel fornire al lettore un approccio al tempo stesso organico e complesso, un autentico di “programma di ricerca”, piuttosto che ipotesi frammentarie e/o tracce di ragionamenti sconnesse che raramente portano ad una perspicace e sufficientemente esaustiva visione d’insieme del reale con cui, nell’ottica di un’auspicata rinascita democratica, dovremo prima o poi fare i conti.

Essendo questa  la prima serie di clip che ho realizzato, mi scuso anticipatamente per i notevoli limiti tecnici e ringrazio gli amici Antonio Borgato, Dario Nicoli e Natanail Danailov per il prezioso contributo che, a vario titolo, hanno fornito. Senza di loro questo lavoro sarebbe stato del tutto impossibile.

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