di Bruno Perazzolo e Emanuela Gervasini

Regia di Alain Gsponer, con Bruno Ganz. Genere Commedia, Germania – Svizzera 2015. Durata 106 minuti. Fedele al romanzo, richiama molti temi. Tra i migliori, quello pedagogico improntato all’intelligenza emotiva, ovvero all’apprendimento tanto inseparabile dalle emozioni – che ne determinano contenuti e direzione – quanto inconcepibile in astratto. In questo contesto, tuttavia, ci preme sottolineare l’eccellenza del film che, a nostro giudizio, ha a che vedere con il sentimento  della MERAVIGLIA. Heidi è una favola che, come tutte le belle favole, parla sia agli adulti sia ai bambini. In questo senso Heidi è una persona dal cuore semplice e puro, non ingombro di convenzioni, pregiudizi borghesi e nozioni astruse e, perciò, capace di meraviglia. Capace, come anche potremmo dire usando un linguaggio che ad alcuni potrebbe sembrare desueto, di RISUONARE nell’universo cogliendo INTUITIVAMENTE il DIVINO che attrae alla vita. In questo senso la montagna, l’aquila, sono simboli eloquenti, capaci di collegare il cielo alla terra in una “sacra unità” che Heidi riesce a trasmettere agli altri uomini (in primo luogo a Peter e al nonno, ma non solo) altrimenti ignari, in virtù del suo INNATO CARISMA.

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