L’eterna lotta dell’uomo con la sua creatura.

Bruno Perazzolo

La pellicola ripropone un tema ampiamente trattato: l’eterna lotta dell’uomo con la sua creatura: la tecnica, oggi divenuta tecno-burocrazia. Mega-apparati, rigide gerarchie imponderabili, gabbie dorate dentro le quali le persone divengono ingranaggi, pezzi di un meccanismo sempre meno comprensibile e sempre più esigente, alienante, autoritario. È in questo contesto di “progressiva perdita di senso” che si fa sentire, nei protagonisti del racconto, il desiderio di un ritorno alla semplicità, alle origini. Resettare tutto per cominciare di nuovo dalla terra, dal piccolo villaggio, dal lavoro più umile. Così, su due piedi, mi vengono in mente film come Perfect Days o Un’Ottima Annata. Se, dunque, l’argomento non è di certo nuovo, occorre però dire che, in questo caso più che mai, “repetita iuvant”. La regia di Sophie Deraspe, infatti, l’argomento in questione ce lo ripropone in maniera originale, carico di simboli fondamentali: la montagna, la cima più alta che ricongiunge la terra al cielo, la pastorizia come arte primigenia, la rivolta di chi (i pastori provenzali), portatore di una eredità millenaria, si ritrova, oggi, posto ai margini della storia dai nuovi usurpatori: la burocrazia statale e il capitalismo miliardario, metropolitano e globale. 

Nel film, tratto dal racconto autobiografico del vero Mathyas Lefebure, Mathyas è un giovane intellettuale smarrito. Ha deciso, però, di rompere i ponti con la sua professione di “scrittore al servizio del marketing”. Parte dal Canada per approdare in Provenza con un sogno: fare il pastore portando le greggi transumanti sino alla montagna dove l’erba è più verde e nutriente. Un cammino, il suo, alla “ricerca dell’essenziale”. Un cammino che, classicamente, non sarà privo di incognite e di pericoli. Ad attenderlo un mondo ambiguo dove barlumi di luminosa gentilezza si mescolano alla prevalente violenza. Inizialmente qualcosa di simile all’inferno dantesco dal quale, un miracoloso incontro lo aiuterà ad uscirne per gustare, almeno a tratti, qualcosa di assai vicino al paradiso.

Regia di Sophie Deraspe con Félix-Antoine Duval, Solène Rigot, Guilaine Londez, Michel Benizri, David Ayala. Genere Drammatico, Canada – Francia 2024, durata 113 minuti.

2 commenti

  1. Dove posso vederlo ?
    Il tema è attuale. Molti sono in fuga da una società non più a misura d uomo. Un ritorno alla natura.

    1. Cercalo nelle piattaforme in sreaming es primevideo o google play . Se chiedi a google dovrebbe dirtelo.

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