Bruno Perazzolo

Se si esclude quando, in giovane età (anni ’70), settimanalmente scendevo in piazza inneggiando i peggiori dittatori (Giuseppe Stalin, Mao Zedong, Pol Pot ecc.), e poi, a squarciagola, “Vietato Vietare”; quando confondevo la “genuina semplicità”, di cui andavo fiero, con la “bovina ignoranza”; se si esclude questo triste periodo della mia vita, sono sempre stato, un fedele seguace degli artt. 5 e 6 della nostra Costituzione. In altre parole, sono sempre stato un autonomista con forti simpatie per le idee federaliste, la costruzione dal basso, dal territorio, la diffusione del “potere tra tutto il popolo” ecc. ecc.. Ed è sempre da convinto federalista che, anche di fronte ai quesiti referendari per me meno convincenti, mi sono sempre posto la seguente domanda: “può un autonomista convinto disertare le urne, magari sostenendo che, tanto, è solo un inutile spreco di tempo e di danaro pubblico?” Invariabilmente la risposta era negativa e, di conseguenza, il mio voto, sin qui, non è mai venuto meno. Però, al pari del voto, non sono mai neppure venute meno, sempre a prescindere dalle specifiche questioni referendarie, alcune dolorose perplessità e qualche domanda che ora, in maniera un po’ provocatoria, vorrei esplicitare in questo articolo .
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Bruno Perazzolo

Tratto dal racconto autobiografico del vero Mathyas Lefebure, Mathyas è un giovane intellettuale smarrito. Ha deciso, però, di rompere i ponti con la sua professione di “scrittore al servizio del marketing”. Parte dal Canada per approdare in Provenza con un sogno: fare il pastore portando le greggi transumanti sino alla montagna dove l’erba è più verde e nutriente. Un cammino, il suo, alla “ricerca dell’essenziale”. Un cammino che, classicamente, non sarà privo di incognite e di pericoli. Ad attenderlo un mondo ambiguo dove barlumi di luminosa gentilezza si mescolano alla prevalente violenza. Inizialmente qualcosa di simile all’inferno dantesco dal quale, un miracoloso incontro lo aiuterà ad uscirne per gustare, almeno a tratti, qualcosa di assai vicino al paradiso.Continua

Dario Nicoli

Con un po’ di approssimazione, possiamo riassumere il messaggio di Michael Sandel nelle seguenti due affermazioni:

L’idea di giustizia diffusa nel nostro tempo, e condivisa sia dalle famiglie politiche più tradizionali, ovvero i conservatori ed i riformisti, sia dai più recenti populisti di destra o di sinistra, è quella del liberalismo, un’ideologia che enfatizza la dimensione economica e concepisce la libertà come possibilità del singolo individuo di accedere ai beni materiali e simbolici concepiti come “merce” di cui ognuno ha pieno diritto al fine di ottenere la propria autorealizzazione;

la lotta per l’affermazione di sé tramite la massimizzazione di merci e di riconoscimenti diffonde un modo di vita proprio di individui in perenne agitazione e perciò condannati allo stress ed alla scontentezza, corrompe la società divenuta mercato a discapito delle forme tradizionali di vita comune, infine amplia lo spazio di intervento dello Stato che invade i mondi di vita in precedenza autoregolati in modo comunitario: le relazioni interumane, la famiglia il territorio, e soprattutto il ciclo dell’esistenza: nascita, crescita, malattia, morte.   Continua

Donata Gradinati

Giorni fa mi sono recata alla presentazione del libro “Domenichino del Sacro Monte di Varese”. Domenichino, bimbo prodigio nato nel 1936, morto nel 1950 per una forma di leucemia, allora inguaribile. Diverse pubblicazioni raccontano della sua intensa e significativa, breve vita. Oggi è in corso il processo per la sua beatificazione. Mi soffermo sulla frase “che sia di ispirazione” scritta nella dedica che mi è stata fatta dall’autrice del libro, signora Carla Tocchetti, per raccontare brevemente di quel filo sottile che mi tiene legata al bimbo prodigio, fin dalla tenera età.
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Benedetta Nicoli

Tempo fa mi è capitato di intervistare degli scienziati, fisici e biologi, e di chiedere loro se avessero mai vissuto un’esperienza spirituale. Qualcuno di voi resterà forse sorpreso nell’apprendere che non solo diversi dei miei interlocutori hanno risposto di sì – e non senza un certo trasporto, ma hanno anche raccontato di come spesso sia stata proprio la scienza a incoraggiare in loro questo tipo di esperienze. Per esempio, mostrando la connessione tra tutti gli esseri viventi, l’armonia complessiva del cosmo, le “forze all’opera” nell’universo, il “mistero della vita”, per citare alcune espressioni degli intervistati. Questi particolari incontri con la realtà suscitavano in questi scienziati meraviglia, stupore, talvolta anche inquietudine, miste a un senso di appartenenza a qualcosa di più grande, e questi sentimenti andavano a costituire quel nucleo più profondo che rendeva non solo la loro professione, ma anche la loro vita piena di significato.
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Bruno Perazzolo

Tutti sappiamo che perdonare spesso è difficile, PERO’ ci rendiamo meno conto del fatto che, a volte, perdonare può salvare la vita di chi perdona. Di più! Quando ci si accorge che la propria indulgenza è servita a far rialzare una “persona degna”, il perdono può addirittura migliorare la vita di chi si è dimostrato indulgente. È questa l’idea che, probabilmente, sta all’origine della pellicola, al solito decisamente ben condotta nella maniera in cui, da tempo, il cinema francese ha mostrato di saper fare.

Michelle è un’ex prostituta che, con la nascita della figlia (Valérie), ha abbandonato la professione. Il rapporto con la figlia è stato, poi, un idillio. Un idillio che è durato sino a quando non s’è saputo dell’ex professione di Michelle. Continua

Dario Nicoli

Se ci sentiamo vivi, cioè umani, non possiamo abituarci ai tanti segnali di smarrimento che ci inseguono tutti i giorni, a quello stato perenne di oppressione per le cattive notizie che per il crudele interesse degli editori dei media ci vengono gettate addosso per imporci un’attenzione non voluta assieme all’orrore di chi è obbligato ad abbracciare i segni del male che si annida nelle pieghe del nostro mondo caotico.

Non ci si può abituare neppure a quello stato di stordimento che deriva dall’essere perennemente esposti al bombardamento di messaggi, seduzioni, richieste di prestazioni che provengono da voci dissonanti con il desiderio del nostro cuore che chiede serenità e possibilità di sostare su ogni più piccolo dettaglio di bellezza. Che invece non vediamo, appannato com’è da una nebbia di sottile malanimo.

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Bruno Perazzolo

La presentazione di quest’altro video di Michel Sandel “la tirannia del merito: perché viviamo in una società di vincitori e di perdenti”, video che raccomando caldamente (qualche mese fa ho introdotto il video “ciò che il danaro non può comprare”), insieme ad alcune considerazioni sulle recenti elezioni americane, rappresentano, entrambe, il modo migliore per riprendere e sviluppare l’argomento centrale sul quale, sin dall’inizio della sua fondazione, la nostra associazione, PensarBene, sta lavorando proponendo testi e altro materiale di approfondimento (podcast, recensioni di film e canzoni ecc.). L’argomento in questione è quello della separazione crescente tra élite e popolo che, a mio avviso, rappresenta attualmente il principale fattore sfidante dei sistemi democratici.Continua

Donata Gradinati

Ho letto in “Storie d’incanto”, il racconto “bambini ai prati Parini” di Dario Nicoli, ed è bello sapere che associazione sportiva e gruppo di pensionati, amanti della montagna, abbiano realizzato un percorso più dolce per dare la possibilità di raggiungere più facilmente quel luogo, pensando ai bambini. Questa è la dimostrazione che tutto ciò che si vive con entusiasmo, passione e condivisione non può rimanere esperienza fine a sé stessa ma inevitabilmente deve essere trasmessa ad altri, affinché a loro volta, possano conoscere, apprezzare e godere della bellezza del luogo.

Il contatto con la natura è una fonte inesauribile di energia. È nutrimento energetico a costo zero. Si può provare benessere abbracciando un albero, così come stargli accanto, rimanendo seduti ai suoi piedi.

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Dario Eugenio Nicoli

Steve Bannon qualche giorno fa ha sostenuto che Trump “andrà in prigione” se i Democratici riconquisteranno la Casa Bianca nel 2028. Ma si è dichiarato preoccupato anche dell’esito delle elezioni di metà mandato del 2026 alla Camera, in quanto una vittoria potrebbe spingere l’attuale opposizione a tentare di rimuovere il boss dei boss dalla presidenza. Bannon si riferisce alle accuse penali ancora pendenti nei confronti di Trump e alle possibili conseguenze politiche future.

Ma la paura di questo equivoco personaggio è davvero reale? Se guardiamo alla scena desolante che stanno offrendo i Democratici sembrerebbe di no: non stanno facendo opposizione né nel Congresso né nel Paese, tranne che per piccole mobilitazioni locali contro il Vicepresidente Vance ed i capannelli contro la Tesla di Musk. Sembrano paralizzati dall’ampiezza della sconfitta, e storditi dalla valanga di provvedimenti e dichiarazioni con cui il nuovo governo sta rovesciando radicalmente tutta la politica degli USA.Continua