Bruno Perazzolo

Una piccola comunità in un paesino di montagna (Vermiglio, nella provincia di Trento) vive ai margini della storia. Unico contatto con il resto del mondo un pullman di linea, un postino, la guerra e, soprattutto, un maestro, discretamente meschino quanto autoritario, intento a gettare un ponte tra il minuscolo microcosmo tradizionale in cui vive e “il mondo più grande là fuori”. In questo quadro, la regia di Maura del Pero tratteggia con grande bravura, intorno alle vicissitudini della famiglia Graziadei, un’immagine fedele, rispettosa e “raffinatamente delicata” della “provincia nella provincia” nell’immediato secondo dopoguerra.
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di Bruno Perazzolo

Povertà e nobiltà possono convivere se prevalgono l’essenziale, l’umiltà, la cura e il legame con ciò che ci sostiene. Youtie è un contadino povero tra i poveri, Guiying una donna con un forte handicap fisico e anche per questo, oltre all’estrema povertà, viene maltrattata dai suoi. Le due famiglie non sanno che farsene di questi due “scarti”, di queste icone della perfetta solitudine, e ne combinano il matrimonio. Inizia da qui una storia fatta di gentilezza, duro lavoro, caparbietà e sostegno reciproco che porterà la coppia ad una vita dignitosa e, probabilmente, anche felice. Un cammino comune di autentica emancipazione umana che verrà interrotto solo da un epilogo tragico volto a far uscire la pellicola dalla favola per ricondurla alla “spietata realtà”

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