di Bruno Perazzolo

Sullo sfondo di un paesaggio in via di desertificazione e di spopolamento a causa dei cambiamenti climatici, il regista traccia abilmente la storia di Virginio e Sisa, marito e moglie rimasti a vivere nel vecchio villaggio andino – boliviano, e del nipote, Clever, che viene a fargli visita dalla città verso la quale vanno migrando la maggior parte delle persone che, da secoli, vivevano nell’altopiano di agricoltura e allevamento di sussistenza. Il dialogo scarno e l’empatia dei protagonisti, mettono in rilievo la profondità e il confronto tra due visioni del mondo: mobile e razionale quella del nipote, che propone ai nonni di trasferirsi in città come stanno facendo quasi tutti; conservatrice e identitaria quella dei due coniugi e, soprattutto, quella del nonno Virginio cui l’abbandono della sua terra assomiglia ad una diserzione peggiore della morte fisica.

Nella Repubblica di Platone, Socrate divide l’anima di ogni uomo e la società in tre parti: quella desiderante, corrispondente ai produttori di ricchezza ed ai mercanti che prevalentemente ricercano la soddisfazione personale dei desideri, quella razionale o deliberante rappresentata principalmente dai leader politici, e quella dei guerrieri, l’aristocrazia, responsabili della difesa dei confini della città dai nemici esterni. Questi ultimi sono guardiani rabbiosi, coraggiosi e orgogliosi, pronti a rischiare la vita per il bene pubblico. Nel film Virginio è sì un produttore allevatore, ma, soprattutto, è un guerriero preposto alla difesa armata di un “confine simbolico” oltre il quale intuisce, alla maniera di Severino nel “tramonto dell’episteme”, la “presenza” del nulla.

Regia di Alejandro Loayza Grisi, con José Calcina, Luisa Quispe, Candelaria Quispe, Placide Ali, Félix Ticona, Genere Drammatico, Bolivia, Uruguay, Francia, 2022, durata 87 minuti. Il film, che consiglio caldamente, premiato della giuria al Sundance Film Festival e scelto a rappresentare la Bolivia agli Oscar, è uscito nel mese di ottobre e, attualmente, si può vedere solo nelle sale cinematografiche nelle quali, peraltro, è possibile godere della straordinaria fotografia di panorami mozzafiato.

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