Dario Nicoli

Quel pomeriggio del 15 maggio, in un istituto comprensivo statale della periferia di Milano era in corso il collegio dei docenti. Qualcuno ha detto “è una fumata bianca!”. Immediatamente tutti i partecipanti si sono alzati in piedi, in silenzio. Un gesto sorprendente, innanzitutto per il dirigente che non sapeva come gestirlo, trovandosi di fronte ad un evento estraneo ai suoi compiti.

Quel gesto, simile a tanti altri accaduti in quel momento, è un segno di riconoscimento per una persona in grado di riempire il vuoto lasciato dalla morte di Papa Francesco, una figura che ha saputo entrare nel cuore di molti. Un gesto, però, accaduto pubblicamente, pur in assenza di parole e segni appropriati ad un evento di natura religiosa che, per convenzione, avrebbe dovuto essere riservato ai soli credenti.

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di Bruno Perazzolo e Emanuela Gervasini

Un amico “esperto” mi ha “folgorato” con questa frase: “le dittature pianificano azioni finalizzate a annientare la speranza nelle persone”. Nel Film, Red (Morgan Freeman), condannato all’ergastolo per un omicidio compiuto in giovane età, sostiene che i carcerati, dopo aver passato molti anni in prigione, si “istituzionalizzano”. In altre parole non possono più fare a meno del carcere. Come si può riscontrare nel “repertorio online delle frasi celebri sulla speranza”, la stessa sembra essere come un coltello a doppio taglio: da un lato fonte di possibile frustrazione e sofferenza sino al punto da essere vilipesa, la speranza diventa, d’altro canto, ciò che tiene vivi e aperti ad una possibile emancipazione malgrado ogni avversità ed oltre ogni degrado. 
Tratto dal racconto di Stephen King, regia di Frank Darabont, con Tim Robbins, Morgan Freeman, Bob Gunton, William Sadler, Clancy Brown, Gil Bellows; genere Drammatico, USA 1994, durata 139 minuti, il film si può vedere su Netflix e altre piattaforme: Chili, Google Play ecc..
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