di Bruno Perazzolo

Milan Kundera è uno scrittore Ceco, classe 1929, tuttora vivente. Iscritto al partito comunista quand’era ancora studente, ne fu definitivamente espulso nel 1970 per il suo sostegno alla “Primavera di Praga”. Emigrato in Francia ha insegnato nelle università di Rennes e di Parigi. Poeta, scrittore di testi teatrali, racconti e romanzi, tra i quali va ricordato il grande successo dell’”Insostenibile leggerezza dell’essere”, è stato un punto di riferimento importante per la cultura europea in generale e, in particolare, per quella cecoslovacca negli ultimi decenni del ‘900.

Il libro è stato oggetto di due interessantissimi interventi, che consiglio vivamente: quello del politologo Jacques Rupnik e quello di Ezio Mauro intervistati nella seconda parte (dal quarantanovesimo minuto del video) della puntata di RAI 3 “Mezz’ora in più”, condotta da Lucia Annunziata, il 15 maggio ’22.

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Questo contributo è stato scritto in relazione all’introduzione al libro di Milan Kundera, “Un Occidente prigioniero” pubblicata in questo sito.

di Dario Nicoli

Il testo di Milan Kundera ci sollecita ad una riflessione su quale pace si potrà realizzare tra la Federazione Russa e l’Occidente europeo una volta messe a tacere le armi e definiti gli accordi sui confini tra gli stati e sulla ricostruzione dell’Ucraina.

L’autore di Un occidente prigioniero mette in luce il dualismo tra queste due grandi aree geopolitiche e giustamente ne individua le radici nella cultura e nella religione, oltre che nella storia. Ponendosi nell’epoca della Guerra fredda, egli utilizza queste categorie in chiave oppositiva, come contrasto insanabile tra due entità tra di loro inconciliabili: uno scontro tra la forza buona dei valori culturali delle “piccole nazioni” dell’Europa orientale e la violenza bruta da parte dei “vandali”, gli ideologi del regime sovietico.Continua

di Dario Nicoli

L’invasione dell’Ucraina – che speriamo si concluda presto con un accordo che consenta al mondo libero di mettere mano alla ricostruzione e che serva ai russi per coprire la loro ritirata – ha colpito come un pugno nello stomaco l’Occidente scuotendolo dal suo stato di torpore che è soprattutto morale e culturale, prima che politico e militare. Quella stessa sonnolenza che Putin e la sua cricca hanno scambiato per arrendevolezza convincendoli di poter aggredire impunemente il paese vicino per inglobarlo nel proprio impero.Continua

di Bruno Perazzolo

Si dice che la storia dovrebbe essere maestra di vita (Cicerone: I sec. a.C.). Ci sono però due modi per sottrarsi a questo ragionevole auspicio. Il primo è quello di non occuparsene affatto, il secondo è quello di dire che sì, va bene, ci sono delle analogie, ma la situazione era completamente diversa. E’ infatti evidente che, ricercandole opportunamente, delle differenze si trovano sempre nell’ottica di sottrarsi agli insegnamenti del passato quando, questi ultimi, dovessero risultare, per un qualche motivo, scomodi. Tuttavia è anche vero che molti continuano ad occuparsi di storia rimanendo dell’idea che questa possa servire ad orientare con maggiore sicurezza le nostre scelte presenti e future. E’ dunque a questo tipo di persone che questo articolo e i relativi documenti, si rivolgono con l’auspicio che possano fornire qualche ulteriore elemento di riflessione in un contesto in cui, tutti, dovremmo sentirne un grande bisogno.
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di Dario Nicoli

In queste ore si sta compiendo il più grande errore della Russia dai tempi della Guerra fredda, che ne segnerà la fine della pretesa di essere un paese guida per il mondo, e forse la corroderà dall’interno provocando. una degradazione dagli esiti imprevedibili. L’analisi delle ragioni politiche ed economiche di questa tragedia potenzialmente autodistruttiva ha portato ad un esito sorprendente …..
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