Anche con questo film, Guadagnino conferma la sua capacità di guardare in profondità i sentimenti dei personaggi che porta in scena

di Bruno Perazzolo

Patrick e Art sono amici: stessa scuola, stesso sport, stessa donna. Ma sono anche molto diversi. Uno tutto talento, fascino e sregolatezza, l’atro tutto affidabilità e disciplina: attitudini che, insieme, fanno quello che nel tennis, ma anche da qualsiasi altra parte, serve per diventare “VIP”. Tashi, invece, tutte queste qualità le concentra su di sé con l’aggiunta di una buona dose di grinta e di voglia di primeggiare. Un incidente, però, la fermerà anzitempo, dando il via ad una serie di dinamiche triangolari con i due amici, che, con la solita perspicacia, Guadagnino scandaglia, spostando decisamente la cinepresa e l’attenzione dello spettatore, dal campo del tennis, alle relazioni umane. In questo contesto, l’apoteosi finale del trio Patrik, Art e Tashi sa un po’ di “manifesto arcobaleno” abbastanza improbabile e, fatte le debite distinzioni, assai meno convincente della storia di un altro triangolo del 1962: “Jules e Jim” di François Truffaut. Allo stesso modo, possono disturbare, i frequenti flashback. Il film, tuttavia, non ne risente più di tanto e, pur senza raggiungere le “vette simboliche” di “Bones and all”, conferma la capacità della regia di guardare in profondità i sentimenti dei personaggi che porta in scena.

Regia di Luca Guadagnino, con Zendaya, Josh O’Connor, Mike Faist, Scottie DiGiacomo, Faith Fay, genere drammatico, USA, 2024, durata 131 minuti. La pellicola è da poco uscita nelle sale cinematografiche.

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