di Bruno Perazzolo
Il film, ambientato alla fine della seconda guerra mondiale e realizzato in bianco e nero (con esplicito riferimento alla grande tradizione del neorealismo italiano) è costruito intorno ad un’idea che, oltre ad essere bella, è anche, magari per motivi diversi, molto attuale. Delia è una donna che si dedica anima e corpo alla sua famiglia, ma che, ciò malgrado, viene maltrattata dal marito e dal suocero che, a suon di schiaffoni, intendono affermare la loro assoluta autorità patriarcale in un contesto, per l’epoca, già ampiamente patriarcale. Apparentemente rassegnata alla prigione in cui un matrimonio sfortunato l’ha rinchiusa, Delia, anche grazie alla solidarietà di un vicinato che, nell’immediato dopoguerra, poteva ancora dirsi tale, cova nel profondo della sua anima il desiderio di un grande riscatto. Il titolo, “C’è ancora domani”, coglie, dunque, l’essenza di una storia che la pellicola intende raccontare allo spettatore in forma, qua e là, punteggiata da un sano “sarcasmo popolare alla Cortellesi” e da scelte musicali decontestualizzate (la musica rock, le canzoni di Lucio Dalla, Concato ecc.) che certo non guastano. La storia è quella di una realtà, per molti versi drammatica, ma anche intrisa di frammenti di autentica bellezza, di dignità e di tanta speranza in un cambiamento possibile che, allora, sembrava per davvero essere alla portata di tutti e proprio lì, appena dietro l’angolo. È forse questa la chiave del grande successo del film. Grande successo di pubblico che, alla fine, sembra aver convinto una critica che, almeno in parte, inizialmente – come dimostra la vicenda della bocciatura della Commissione del precedente Ministero della Cultura – è sembrata piuttosto incerta e, tuttora, a mio parere, insiste un po’ troppo nel sottolineare, snobisticamente, il “carattere divulgativo” dell’opera.
Prima regia di Paola Cortellesi, con Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli, genere drammatico, Italia 2023, durata 118 minuti. Il film è uscito di recente e, per quanto ne so, si può vedere solo nelle molte sale cinematografiche nelle quali è attualmente in programmazione.