E quattro. Dopo Germania, Francia e Gran Bretagna, anche ad Amsterdam diverse migliaia di persone sono scese in piazza contro il lockdown, senza mascherine e in stato di assembramento. Questi manifestanti affermano che la loro libertà sarebbe conculcata dalle leggi di contrasto alla pandemia. In diversi casi si sono viste in questi paesi scene di resistenza alla forza pubblica, ma anche di guerriglia urbana con distruzione di auto e sfondamento di vetrine, senza far mancare gli incendi di cassonetti e macchine in sosta ed anche saccheggi nei negozi. Come se l’affermazione della propria libertà dovesse richiedere il prezzo della distruzione dei beni pubblici e privati. Forse c’è una logica molto sottile che unisce i due elementi, ma confessiamo di fare davvero gran fatica a coglierla.

In Italia abbiamo avuto soltanto sparute manifestazioni, tanto tiepide da sembrare, al confronto con i quattro paesi citati, riunioni di educande. Come nel caso del 20 dicembre ad Udine, dove alcune decine di persone senza mascherina hanno partecipato a una fiaccolata nel centro nell’ambito della manifestazione “Marcia della liberazione” contro i provvedimenti presi dal Governo. Ma senza creare alcun problema di ordine pubblico.

Ma non eravamo noi il popolo indisciplinato?

L’emergenza sanitaria ha mostrato un altro volto dell’Europa che contrasta decisamente con gli stereotipi nazionali. Non è forse questa l’occasione per sentirci un po’ più orgogliosi di essere italiani?

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