
Dario Nicoli
È di grande sostegno, e consolazione, l’avere un Presidente come Mattarella che sa dire parole di verità sulla guerra della Russia in Ucraina e sul compito dell’Europa, un evento che appare sempre più decisivo per il nostro futuro prossimo.
Nel discorso di fine anno agli ambasciatori accreditati in Italia, il Presidente ha ricordato che questo sarà «il quarto Natale di guerra per il popolo ucraino. Si moltiplicano gli attacchi russi alle città e alle infrastrutture civili ed energetiche. Le vittime civili sono sempre più numerose».
La responsabilità di tante morti, di tanto dolore e distruzione è a carico di «un protagonista della comunità internazionale, la Federazione Russa» che ha sciaguratamente scelto di stravolgere il percorso che dalla fine della Seconda guerra mondiale ha garantito un lungo periodo di pace «ripristinando con la forza l’antistorica ricerca di zone di influenza, di conquista territoriale, di crudele prepotenza delle armi». Un giudizio netto, con un linguaggio che volutamente rifugge dalle formule sfumate ed allusive della diplomazia dei tempi ordinari, che conferma la gravità del momento che stiamo attraversando.
La qualifica di “antistorica” si riferisce alla politica di potenza esercitata dagli stati prima del 24 ottobre 1945, data di fondazione dell’ONU, quando è stata adottata – perlomeno dai paesi dell’Occidente – una politica fondata sulla diplomazia come mezzo per risolvere le controversie internazionali tramite il dialogo ed il rispetto reciproco. È a questi principi che fa appello Mattarella quando afferma che «L’Europa e l’Italia restano saldamente al fianco dell’Ucraina e del suo popolo, con l’obiettivo di una pace equa, giusta e duratura, rispettosa del diritto internazionale, dell’indipendenza, della sovranità, dell’integrità territoriale, della sicurezza ucraine».
Mattarella, sempre con la medesima chiarezza, ha messo a fuoco il pericolo incombente derivante dalla funesta alleanza che si sta creando tra paesi autocrati, fino a pochi anni fa protagonisti di primo piano del vecchio ordine internazionale. Essi «si propongono, con i loro comportamenti, di dar vita a un nuovo ordine basato su sopraffazione con ogni mezzo, violenza, guerra, conquista, competizione tra gli Stati per l’accaparramento di risorse, tentando così di perpetuare diseguaglianze tra i popoli», un’ipotesi che va respinta in quanto «non possono essere questi i valori intorno a cui costruire un nuovo ordine», poiché è inaccettabile un «mondo con pochi al banchetto e molti a sperare nelle briciole».
L’accusa nei confronti della Russia è molto forte e decisa, in quanto essa sostiene il principio paradossale di «muovere guerra per fare la pace» imponendo all’Ucraina di accettare un accordo alle proprie condizioni, una soluzione insensata perché incapace di evitare futuri conflitti. Secondo Mattarella «a scongiurare il conflitto, a favorire il superamento delle diseguaglianze» è solo una prospettiva di vera pace, quella che si basa sulla prevalenza del diritto ed il rispetto delle regole che la comunità internazionale si è data.
Ricordo che l’articolo 87 della nostra Costituzione stabilisce che il Presidente della Repubblica ha “il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa, costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere”. Quindi non si tratta affatto di una figura “decorativa” come alcuni continuano a sostenere, ma dotata di un potere sostanziale.
Pochi giorni addietro convocato quel Consiglio, a riprova del tempo straordinario in cui siamo stati obbligati a vivere da quattro anni. Infatti, negli ultimi mesi si sta facendo sempre più virulenta la guerra ibrida sui territori degli stati dell’Unione europea, una crescente ostilità fatta di droni fantasma che sorvolano siti militari, boicottaggi delle reti energetiche e di trasporto strategiche, ma anche campagne di fake news, oltre al sostegno economico di forze politiche antidemocratiche e quindi avverse all’Unione europea.
È evidente come la Russia, nel suo disegno espansivo, stia facendo uso dei mezzi della guerra ibrida nello stesso modo in cui fino a ieri utilizzava le esercitazioni militari ai propri confini.
Di fronte a questo obiettivo scenario prebellico, si chiarisce sempre più il carattere ideologico della tesi di chi incolpa sempre l’Occidente per ogni conflitto. Persone, gruppi e partiti che non sembrano mostrare disagio nel vedere che le loro posizioni coincidono con quelle di Trump e del gruppo di potere che attualmente comanda negli USA, che ha più volte dichiarato di volere la fine dell’Unione europea.
Questi ultimi ritengono di poter attrarre la Russia nella propria orbita, allontanandola così dalla Cina. Occorrerà verificare se il cedimento che si sta configurando sull’Ucraina non comporti piuttosto il rafforzamento del blocco dei paesi autocrati.
Grazie Dario. Ho commentato con un mio articolo intitolato “Cosa sta al fondamento delle critiche, dell’incertezza o della scarsa determinazione con le quali l’Occidente sostiene la resistenza dell’Ucraina all’invasione russa?”