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di Daniela Mario
Ho letto con interesse i contributi di Dario e di Bruno sulla questione che attualmente appassiona o preoccupa molti, e cioè il complesso rapporto che lega l’intelligenza artificiale (che usiamo già tutti in abbondanza) e l’intelligenza umana. In particolare ci stiamo chiedendo se quest’ultima potrà continuare a dominare il mondo indisturbata come ha fatto finora, pensando che tutto sia stato messo lì a suo uso e consumo, o se subirà un arresto a causa dell’espansione vertiginosa dell’intelligenza artificiale. Concordo sul fatto che la vera minaccia per la nostra intelligenza non sia tanto quella artificiale quanto il delegare sempre più compiti e attività squisitamente umane agli algoritmi. Questo porterà giocoforza all’indebolimento delle nostre capacità, della creatività e del pensiero in generale. Non sono tanto d’accordo sul fatto che l’intelligenza artificiale non sia intelligenza. Dipende da cosa intendiamo per intelligenza. Non siamo i soli a possedere la capacità di intelligere in questa terra: la possiedono piante e animali e sembra anche che la usino meglio di noi, visto come abbiamo ridotto il pianeta che ci consente di esistere. Ho scritto recentemente un saggio per Brainfactor dal titolo “Altre intelligenze” dove ragiono su questi temi. Chi fosse interessato ad approfondire può accedere tramite questo link: “Altre intelligenze”.
Ho letto il saggio che ho trovato molto istruttivo circa la situazione attuale dell’IA e le sue problematiche. L’ampiezza delle questioni affrontate da Daniela, con uno stile espositivo molto chiaro, mi ha fatto pensare parecchio e, successivamente, mi ha portato a scrivere un commento che e diventato un contributo autonomo a PensarBene intitolato “Intelligenza Artificiale – mito e classi sociali” che prossimamente, auspicando che possa interessare, pubblicherò su questo stesso blog. Grazie Daniela.