
prendersi cura e/è salvezza
Bruno Perazzolo
Jessica, neonata, è stata abbandonata dalla madre. Desidera la figlia che porta in grembo, ma non prova nulla quando, appena nata, la prende in braccio. Perla è alla ricerca di una famiglia che non ha mai avuto. Arianne, da piccola, ha subito abusi e violenze dai genitori, da chi avrebbe dovuto, per “legge di natura”, proteggerla. Idem Julie che, per giunta, ha anche alle spalle una pesante vicenda di droga. Tanti vissuti drammatici che la regia raccoglie ispirandosi all’osservazione di casi reali. Casi che accadono “là fuori”, in un universo quotidiano fatto di relazioni sempre più sfilacciate, fluide, frammentarie e impersonali. Relazioni senza “reti di protezione” per chi, per mille ragioni, può avvertirne l’urgente bisogno. Storie che, però, trovano, nella casa-famiglia e nelle persone che “queste storie e chi ne è portatore” accolgono, una specie di refrigerio, un luogo di ascolto e di cura, un rifugio che alimenta la speranza, la responsabilità verso nuovi progetti che richiamano la persona al futuro e alla vita. Mi sono chiesto tante volte quale fosse il senso della beatitudine della povertà Matteo (Mt 5,1-12). Le risposte che ho trovato sono sempre state parziali, molteplici e persino contraddittorie. Però, nelle pellicole dei fratelli Dardenne, tra le tante risposte, una mi sembra piuttosto sicura ed è la seguente: “chi ha il coraggio di guardare in faccia, di comprendere la peggiore delle povertà, quella affettiva, è in grado di cogliere chiarissimamente le leggi del cuore dell’uomo. Quelle emozioni, quei desideri, quei bisogni essenziali (essere amato per poter amare, riconosciuto per essere in grado di riconoscere ecc.) dal cui soddisfacimento viene una vita degna di essere vissuta e il cui contrario è solo un gelido inferno. Un inferno presente già qui e già ora”
Regia, al solito asciutta e magistrale, di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne con Babette Verbeek, Elsa Houben, Janaina Halloy, Jef Jacobs, Günter Duret, genere drammatico, Belgio – Francia 2025, durata 104 minuti. Il film, premiato a Cannes 2025 per la migliore sceneggiatura, è uscito lo scorso novembre ’25 e si può, per il momento, vedere solo nelle sale cinematografiche.