
tratto dal Giornale di Brescia del 27 ottobre 2025 con gentile concessione
Valerio Corradi – Docente di Sociologia del territorio, Università Cattolica di Brescia
Nel Terzo settore italiano uno dei segnali più innovativi degli ultimi anni è la comparsa, rilevabile anche nel Bresciano, delle cosiddette cooperative di comunità, sodalizi che hanno come principale obiettivo la crescita economica e sociale del proprio territorio di riferimento secondo criteri di sostenibilità e di inclusione, coinvolgendo la popolazione locale nella co-produzione e nella co-gestione di beni e servizi.
Nonostante non sussista ancora un quadro normativo nazionale unitario (solo alcune regioni hanno legiferato in materia), le cooperative di comunità si contraddistinguono per mettere il fulcro delle proprie attività nella comunità locale al fine di contrastare fenomeni di spopolamento, declino economico, degrado sociale o urbanistico, criticità ambientali.
Una comunità che non è quindi intesa come un vago e nostalgico sentimento e nemmeno come un aggregato artificiale o solamente virtuale fatto di post e di like. Piuttosto essa è fatta di persone, servizi e attività concrete oltre che di luoghi fisici dove cercare di aggregare e finalizzare nuove energie anche quando apparentemente scarseggiano. Si può dire che queste cooperative si fanno interpreti in prima linea di quella “voglia di comunità” (espressione coniata da Zigmunt Bauman) che riaffiora soprattutto in tempi in cui prevalgono atteggiamenti individualisti, forme di ritiro dal sociale e in cui viene meno un’idea condivisa di futuro.
Anche il recente Rapporto “Economie di luogo: fotografia e dimensioni qualitative delle cooperative di comunità”, realizzato da Aiccon con il supporto di Legacoop, da’ conto della diffusione di queste proposte, un fenomeno ancora marginale sul piano numerico, ma estremamente significativo sul piano dei contenuti e dei valori che esprime.
Da rimarcare sono le caratteristiche della vocazione multisettoriale e del radicamento sul territorio. Il primo aspetto mette in evidenza i numerosi settori in cui queste realtà già oggi operano e che comprendono turismo e ospitalità, servizi e cura dei beni comuni, negozi di vicinato nell’ottica della rigenerazione territoriale. Il secondo aspetto comporta un’inedita riscoperta dello spazio dei luoghi e delle risorse di prossimità, in particolare nelle aree più periferiche o più fragili, si pensi ad alcune località montane ma anche ad aree urbane degradate.
Ed è proprio in tali contesti che sono sorte anche nel Bresciano interessanti esperienze assimilabili alla cooperazione di comunità che si propongono di rispondere a bisogni locali differenziati. A queste possono essere aggiunte alcune progettualità su specifici temi dalla valenza globale ma che hanno forti collegamenti e ricadute locali come alcune comunità energetiche rinnovabili (peraltro oggetto di specifiche normative e incentivi) e le comunità del cibo dove l’appartenenza a un contesto è un fattore chiave che conferisce significati e motivazioni.
Anche per questo le cooperative di comunità si stanno configurando come uno degli strumenti più interessanti per la riscoperta di un protagonismo locale collaborativo che non punta solo sull’attesa di interventi di un welfare pubblico sempre più in difficoltà e che è consapevole che la soluzione non può venire dall’adozione di logiche di mercato, peraltro inapplicabili nei contesti più fragili. Le persone di diversa età che oggi uniscono le forze e che compiono un percorso che le porta a creare una cooperativa “di” e “per” la comunità ci stanno dando un segnale importante su come il perseguimento dell’interesse generale debba passare dal recupero di un senso del luogo e di un nuovo agire collaborativo.
Un articolo molto importante per il nostro lavoro che ne dimostra la validità e l’attualità
Valerio non è solo un attento osservatore delle dinamiche dei territori, ma è soprattutto un animatore di luoghi di comunità, specialmente delle aree interne come le Valli bresciane, le sponde del lago di Garda e il territorio di Mantova, dove incontra molte associazioni, enti e soprattutto persone che amano il loro territorio e si dedicano alla loro difesa e promozione. Un fiorire di umanità nei luoghi dei contrasti e della gioia dell’opera comune.