di Silvia Grigolin – Family Way Ets

Sempre più negli ultimi anni sono costretta a constatare che molti genitori e nonni tendono ad iperproteggere bambini e ragazzi da qualsiasi piccola frustrazione e a pensare che le abilità sociali e la capacità di tessere e stare in relazione siano qualcosa di innato, non un apprendimento frutto di accompagnamento.

La prima figura di accudimento del bambino, fin dai primi mesi di vita, in genere la madre, tende a voler evitare al figlio qualsiasi tipo di insoddisfazione. A tal fine non gli permette di esprimere i suoi bisogni, quei bisogni che la natura fa sfociare in pianto. Quel pianto che, dai primi giorni, dovrebbe aiutare le madri o chi si prende cura del piccolo nascituro a conoscerlo, cogliendone i cambiamenti di tono, le sfumature, per rispondere vocalizzando e non solo, alle sue necessità di accudimento psicologico e fisico in modo adeguato. Perché questo prezioso dialogo possa iniziare occorre permettere al bambino di esprimersi. Eppure sempre più spesso non si associa il pianto ad una forma di comunicazione.Continua

L’Incontro – Intervista, organizzato dalla nostra Associazione di concerto con l’Amministrazione Comunale di Pinerolo, prosegue l’inchiesta sulla Nuova Comunità iniziata a Biandronno con le Associazioni di Volontariato lo scorso aprile. A differenza di Biandronno, questa volta, ad essere interpellate saranno le Istituzioni Locali, ovvero l’altro elemento necessario che, insieme all’Associazionismo, costituisce il nucleo di una “Comunità Locale Viva”.

Visione e ipotesi della ricerca

La nostra epoca si caratterizza per l’elevata mobilità delle persone, i continui cambiamenti, l’innovazione tecnologica. Ciò, combinato con una cultura fortemente individualistica, ha reso più precari i rapporti umani nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nel vicinato e con gli amici. Tutto questo è stato pagato con una crescente solitudine e sofferenza in quanto l’uomo è, per sua natura, un essere sociale….
Da questa stessa condizione, emerge, però, anche un desiderio di autenticità e di nuove forme di comunità e lo si vede in molte situazioni.
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A proposito di interclassismo, recentemente menzionato nell’articolo di commento alle esternazioni del Ministro Lollobrigida, riceviamo dall’amico Alessandro e pubblichiamo volentieri un suo articolo scritto in occasione dello scorso primo maggio.

di Alessandro M.

Il Primo Maggio, quest’anno più che mai, deve rappresentare un momento di svolta nella coscienza dei Lavoratori di qualunque categoria sociale e mostrare, in modo forte e chiaro, che questa ricorrenza non è, e/o non deve essere, una celebrazione di parte, della sinistra o dei soli operai. Il primo maggio deve essere l’occasione per ricordare e celebrare il lavoro, come recita l’articolo 1 della nostra Costituzione, come valore comune su cui si fonda il rispetto reciproco dei cittadini e la nostra stessa democrazia.Continua

Lo scorso incontro del 23 giugno ci siamo lasciati con l’impegno di ritrovarci, a settembre, per un ulteriore approfondimento della tensione esistente tra libertà e comunità e, di rimando, tra democrazia e comunità.

Comunità e democrazia: verso una nuova sintesi?

Seguirà la presentazione del prossimo incontro – intervista incentrato sulle nuove municipalità e il welfare responsabile: rapporti tra istituzioni locali e la cittadinanza attiva

Venerdì, 22 settembre a partire dalle 17.30 e sino alle 19.00, sul canale Telegram di PensarBene.
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di Cesare Trematore

Il successo della specie umana è in gran parte dovuto alla notevole capacità di collaborazione, che supera quella degli altri mammiferi. Gli esseri umani sono in grado di creare obiettivi comuni, provare empatia per gli altri, creare miti condivisi e sviluppare un senso di appartenenza che sono la base della socializzazione. Il  senso di appartenenza e identificazione è una necessità per l’uomo e sono fattori necessari   per l’autostima. Più forte sono questi fattori più l’autostima cresce mentre la mancanza di tali fattori può portare a una diminuzione dell’autostima…….
Questo processo ha innescato l’identificazione con un gruppo, nonché la divisione tra “noi” e i “non noi”. È emerso che ogni individuo si comportava in modo più generoso nei confronti dei membri del proprio gruppo rispetto a quelli dell’altro gruppo.
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di Gabriella Morello

Il 12 luglio è stato presentato il Rapporto Nazionale Invalsi 2023 presso la Camera dei Deputati a Roma. Una raccolta di 134 pagine di dati  organizzati per raccontare come gli studenti italiani affrontano la comprensione di un testo scritto, l’applicazione di ragionamenti logici-matematici e l’acquisizione della lingua inglese.

Tra tutte le informazioni che si possono ricavare mi ha colpito quanto emerge dai dati ricavati dall’ultimo anno delle scuole superiori rispetto alla comprensione del testo: “considerando il Paese nel suo complesso senza distinzioni in base agli indirizzi di studio, si può affermare che solo poco più della metà delle studentesse e degli studenti raggiunge almeno il livello 3 in Italiano (50,7%), ovvero il livello che rappresenta gli esiti in linea con gli aspetti essenziali previsti dalle Indicazioni nazionali.”

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di Gabriella Morello

Un nuovo modello valutativo valido solo per la scuola primaria?

Il 4 dicembre 2020 il Ministero dell’Istruzione ha rilasciato l’ordinanza n.172 e relative Linee guida per la formulazione dei giudizi descrittivi nella valutazione finale e periodica, indicando le modalità e i tempi di sviluppo di un nuovo modello valutativo nella scuola primaria. Con la pubblicazione di questi documenti si è concluso un iter normativo, a tratti rocambolesco, che ha rimesso in primo piano il miglioramento dell’apprendimento degli studenti, a partire da quell’ordine di scuola in cui tutto comincia. Si tratta di un cambiamento significativo perché in Italia dal 1977 ad oggi si sono susseguiti molti atti legislativi sul tema della valutazione, che hanno di fatto alternato l’uso dei voti all’adozione di giudizi. A livello ministeriale, con quest’ultima scelta, si vuole avvicinare maggiormente la valutazione alle specificità e all’individualità di ogni singolo bambino, dando la possibilità di raccontare il percorso intrapreso e i cambiamenti manifestati dai bimbi per raggiungere i traguardi di competenze, declinati nelle Indicazioni nazionali per il curriculo del 2012.Continua

Rapporto annuale di Pensarbene.it

di Gabriella Morello, Dario Nicoli, Bruno Perazzolo

L’Abbazia di Novalesa non è stata scelta per caso. Incrocia la storia dell’Europa dal ‘700 ad oggi. Per iniziare questo report, pur non condividendone completamente le affermazioni, abbiamo quindi deciso di citare l’introduzione alla bella mostra di Berlino stante che la camminata non poteva certo prescindere dai fatti dell’Afghanistan. Ma che collegamento esiste tra l’Abbazia, la mostra berlinese, l’Afghanistan e la camminata? Come già evidenziato nel documento fondativo della nostra comunità “passeggiata ai Pizzoni di Laveno ‘19”, la connessione è data dalla crisi che le vicende afgane hanno sottolineato con forza ancora maggiore. La crisi e la speranza. La consapevolezza che abbiamo o dovremmo avere, noi europei, circa un’utopia, un mito, una tradizione, radici eccezionali da conservare RIN-NOVANDO. SÌ, LA DEMOCRAZIA È IN CRISI, L’OCCIDENTE È IN CRISI, IL NOSTRO MODO DI VITA È IN PERICOLO, ma lo sono stati più volte nel corso della storia ed hanno – sin qui e a differenza di altre civiltà – sempre saputo trovare al loro interno le forze per una nuova vita. Ma da dove vengono queste forze? Crediamo, fondamentalmente, dalla nostra capacità di tutelare diversità e libertà; dalla concorrenza delle idee e delle imprese; dal contrasto ai monopoli come ad ogni altra forma di concentrazione del potere. In altri termini, la residua attitudine alla rinascita, di cui ancora disponiamo, viene dalla capacità che hanno le democrazie di tutelare ciò che è periferico, i “geni recessivi” di potenziali nuove risposte vitali a sfide inattese.Continua

Con il governo Draghi siamo entrati in una fase di “vera” politica, che sospende, e (speriamo) chiude, la stagione mediatica e confusionaria. Il Recovery Fund, l’uscita dalla crisi sanitaria, la svolta green, le riforme nella sanità, nelle opere pubbliche, nella mobilità, nella pubblica amministrazione, sono interventi di tale portata da porre l’Italia in grado di affrontare positivamente i tempi a venire. Ma serve anche una nuova politica capace di rispondere alle tre sfide chiave: l’identità, la democrazia e l’economia.Continua